Retroscena esplosivi dal magazziniere del Napoli: Higuain e i segreti dietro le quinte! #Napoli #Higuain #Calcio
Nella sua lunga intervista a Fanpage, il leggendario magazziniere del Napoli Tommaso Starace ha svelato retroscena succosi, a partire dalla cessione più chiacchierata della storia recente: quella di Higuain alla Juventus. Starace non ha peli sulla lingua quando si tratta di affari sporchi nel calcio.
"Higuain non voleva andare alla Juventus. Ma l’offerta della Juventus non si poteva rifiutare, fu enorme. Purtroppo i contratti sono quelli che valgono e tu non ti puoi dire: ‘No, io non vado alla Juve’. Lui sapeva cosa sarebbe accaduto. Qualche anno prima eravamo a Torino e ci fu una chiamata col mio telefono fatta da Maradona a Higuain, dinanzi a tutti i ragazzi. Diego gli disse: ‘Mi raccomando fai gol domani, bisogna vincere contro la Juve’. E lui promise di farlo. Sapeva cosa significava, come è fatto il tifoso del Napoli."
Starace ha poi parlato della sua routine quotidiana a Castel Volturno, dove è il primo a mettere piede sul campo per assicurarsi che tutto fili liscio, dai vestiti alla colazione dei giocatori. Non è roba da santi, gestire quei capricciosi.
"Parto presto perché devo essere il primo ad arrivare per controllare che sia tutto ok, dall’abbigliamento, alla colazione. Ai ragazzi faccio sempre trovare pronto il caffè e non solo. Da chi vuole il tè a chi vuole latte e biscotti. Io devo essere sempre lì a disposizione per qualsiasi cosa. Si è perso un po’ rituale degli scarpini perché cambiano spesso, troppo, e ogni tre mesi arrivano scarpe diverse. Prima invece non era così. C’era Maradona che arrivava al campo con le scarpe nuove e mi chiedeva di mettere delle strisce di plastica sui tacchetti per farlo stare bene con il piede."
Il rapporto speciale con Mertens è un altro capitolo, con Starace che lo descrive come un tipo senza grilli per la testa, trasformato in una star in Italia.
"È sempre stato un ragazzo molto umile e senza ‘cazzimma’. Benitez l’ha portato a Napoli che era ancora un ragazzo e non conosceva il calcio italiano, eppure in panchina era sempre lì che cercava di capire come giocare. Con Sarri poi ha fatto ciò che ha fatto. Per me lui è diverso da tutti; quelli del suo paese hanno un carattere diverso, un modo di fare che non è simile a nessuno, non sono gelosi di nulla. Il balletto con lui? Eravamo a Castel Volturno, dopo una partita amichevole che abbiamo giocato. È stata una cosa bellissima e non organizzata, nata sul momento. Nella vita bisogna essere espansivi, felici. Quel periodo fu meraviglioso perché vivevamo momenti di gioia dopo le vittorie che arrivavano. Chiudemmo a 91 punti e con uno Scudetto perso un po’ così, in maniera strana, rocambolesca."
Questi racconti dal magazziniere mettono in luce il lato crudo e umano del calcio, dove soldi, promesse e emozioni si intrecciano in modi imprevedibili.