#Torino in crescita: Baroni taglia corto sulle illusioni e punta sul lavoro, tra ritorni e crescite graduali #SerieA #Calciomercato
Il tecnico del Torino Marco Baroni non ama giri di parole e lo dice chiaro: “La scommessa più grande in questa stagione? Io sono un uomo concreto. Non cerco scommesse, non ho mai scommesso in vita mia. Devo lavorare forte per creare valore in questa squadra”. Parole nette dopo il mercato chiuso e due gare di campionato nelle gambe: la linea è lavoro e pragmatismo, niente voli pindarici.
Sul fronte innesti e partenze Baroni resta sul pezzo e valorizza le esperienze accumulate: “Ngonge ha fatto un’esperienza importante in una squadra diventata campione d’Italia (il Napoli, ndr). Ha assaporato, vissuto il calcio che porta alla vittoria. Ha tanta qualità, lo sappiamo: ce l’ha e la porterà in campo. Serviranno attenzione, voglia e determinazione nelle due fasi, quando non ha il pallone”, osserva il tecnico ricordando il rapporto con un giocatore già allenato a Verona. Sulla possibilità di schierare attaccanti insieme aggiunge rapido e deciso: “Se sarà possibile vederlo insieme a Zapata quando sarà al 100%? Assolutamente sì”.
Il discorso si sposta poi sul portiere e sui percorsi di crescita: Baroni non nasconde stima per chi ha lasciato il club, come ha spiegato nei termini più sinceri possibili. “Mi riaggancio al discorso di prima. Milinkovic va ringraziato per il percorso fatto insieme anche se breve: teneva alla maglia, è stato concentrato e rimasto con noi fino all’ultimo minuto. Mi ha colpito molto perché ha fatto capire la caratura morale del ragazzo. Non è sostituibile, nel senso che era inutile andare a cercare un portiere come lui che si è creato nel tempo. Vorrei ricordare che qui c’è stato un giocatore come Bremer che il primo anno ha giocato solo a fine campionato: occorrono dei percorsi per lavorare e crescere. Ed è questo il nostro obiettivo. Israel sta iniziando questo percorso, con caratteristiche diverse rispetto a Milinkovic. Crediamo nelle sue qualità, è un portiere nel giro della nazionale e noi gli daremo modo di crescere”.
Dalle dichiarazioni emerge un filo conduttore chiaro: la pazienza per i percorsi individuali, la ricerca di valore pratico e la volontà di mettere ordine senza fronzoli. Un ritratto del Torino che parla più di metodo che di proclami, e che lascia intendere come il progetto continui a puntare su sviluppo e concretezza più che su facili promesse.