“Si aspetta qualche dimissione all’interno dell’Aia? Vedremo…”. Lo ha detto Alfredo Trentalange, presidente dell’Associazione Italiana Nazionale Arbitri, prima del Consiglio federale convocato d’urgenza dalla Figc per questa mattina per il caso Rosario d’Onofrio, procuratore capo Aia arrestato all’interno di un’indagine per traffico di droga internazionale.
Caso D’Onofrio, ieri la Dda di Milano trasmette atti inchiesta a Figc
La Dda di Milano ha infatti ieri trasmesso alla Figc, su richiesta di quest’ultima, una copia degli atti dell’inchiesta per narcotraffico internazionale a carico, tra gli altri, di Rosario D’Onofrio, il 42enne ex militare ma anche ormai ex procuratore capo dell’Aia finito in carcere giovedì scorso nell’indagine coordinata dai pm Rosario Ferracane e Sara Ombra e condotta dal Gico della Gdf di Milano.
Caso D’Onofrio, il ruolo di D’Onofrio nell’organizzazione criminale
D’Onofrio, accusato di essersi occupato della “logistica” di carichi di droga, usando una mimetica militare, anche nel periodo del lockdown nella primavera 2020 e già arrestato in flagranza nel maggio 2020 (divenne procuratore degli arbitri nel marzo 2021), venerdì scorso si è avvalso della facoltà di non rispondere dopo l’ultimo arresto, sulla base di ordinanza cautelare, interrogato dal gip Massimo Baraldo.
Detto nelle chat ‘Rambo’ o ‘il militare’, stando alle ultime accuse della Dda, sarebbe stato uno degli organizzatori dell’associazione criminale che trafficava in droga tra Spagna e Italia e avrebbe gestito il trasporto e lo stoccaggio di “innumerevoli carichi di stupefacente”, marijuana e hashish, “per un peso complessivo di centinaia e centinaia di chili”.