Trevisani analizza la corsa di Pioli e la Fiorentina in Serie A: pronostici spregiudicati e giocatori da urlo #Fiorentina #SerieA #CalcioItaliano
Un esperto ha condiviso le sue riflessioni schiette sul campionato, non lesinando critiche e complimenti con un tocco di realismo brutale. Senza giri di parole, si è concentrato su come certe squadre stiano cercando di emergere in un contesto dove non tutti partono alla pari, e dove i favori dei pronostici spesso non valgono una cicca.
In particolare, le sue parole su Pioli e la Fiorentina non lasciano spazio a illusioni: “Pioli mi è parso carichissimo, sono state le parole di un uomo che ha passato diverse fasi nella sua carriera, ha vinto, ha provato i soldi dell’Arabia ed ora si può permettere di dire quello che ha detto in conferenza sugli obiettivi. Con lui la Fiorentina può provare a vincere un trofeo e siccome già 65 punti non erano pochi la Champions è alla portata. Per tutta la carriera non è mai partito con il favore dei pronostico ma, a parte il Napoli che è tre spanne davanti anche perché si è rinforzato già da prima, le altre non sono ancora perfette e lui pensa che anche la Fiorentina può essere lì. Allegri penso possa portare il Milan tra le prime quattro ma per le altre fatico ad immaginare una classifica già deciso. E’ un campionato poco solido e dunque perché Fiorentina, Bologna o Como non possono buttarsi nella mischia?”
Passando a valutazioni più personali, non ha risparmiato commenti diretti su alcuni giocatori, evidenziando chi potrebbe fare la differenza in modo crudo e senza filtri. “Se resta è il centravanti italiano più forte nelle mani di un tecnico esperto, lo è per potenza e struttura fisica, se arriva poi un club con tanti soldi non lo so ma certo se dovessi scegliere un centravanti forte sceglierei lui. Poi intorno ha qualità e giocatori forti, come Dzeko e Gudmundsson. Con loro la Fiorentina parte con tante aspettative poi ovviamente devo funzionare tante cose. Dzeko? Non è uno che ama perdere ed è arrivato per far crescere la Fiorentina. Lui mi disse che voleva Firenze come coronamento di una grande carriera, nonostante l’interesse che aveva da parte di altri club e del Bologna. La Fiorentina sta mettendo dentro personalità vittorie e qualità che forse prima mancavano visto che come ha detto Dzeko se perdi tre finali qualcosa manca ma la squadra è lì. L’anno scorso ha preso De Gea, quest’anno Dzeko e forse Kessie…”
In un campionato dove le gerarchie sono ancora fluide, queste osservazioni sottolineano come outsider come la Fiorentina possano scombinare le carte, con un mix di esperienza e talento che potrebbe fare la differenza sul campo. Non è solo questione di nomi, ma di quella grinta che separa i vincenti dai perdenti.