L’entusiasmo partenopeo: un’altalena da tenere a bada
Il professor Guido Trombetti, nel suo editoriale per Radio Napoli Centrale, ha riassunto alla perfezione l’essenza volatile di questo sport: “Il calcio è lo sport degli eccessi.” E chissenefrega se ieri ci sentivamo invincibili, oggi la sconfitta con il Brest ha riportato tutti coi piedi per terra, ricordandoci che un Napoli costruito a metà non è pronto a dominare né il campionato né l’Europa.
Trombetti lo dice chiaro: abbiamo preso giocatori come Beukema, un buon elemento ma senza esperienza internazionale, e altri che devono ancora dimostrare sul campo. Critiche lecite, perché se non hai un difensore che sa gestire le ripartenze – come quei due gol subiti – finiamo per sembrare una baracca contro squadre più organizzate, tipo come il Milan ai tempi di Gattuso, dove un errore costava caro.
Ma ecco la fregatura: “Bisogna aspettare il rientro di Buongiorno, che non riesce ad uscire da una serie di infortuni.” Pazienza, dicono, ma ai tifosi del Napoli non bastano le scuse. Conte sta lavorando coi carichi pesanti, ok, però se Olivera e Spinazzola non garantiscono stabilità difensiva, siamo punto e a capo, come quando De Laurentiis lasciava buchi in estate e poi piangevamo a Natale.
Sulla campagna acquisti, Trombetti punta il dito: “Va completata la campagna acquisti, visto che bisogna fare 15-20 gol in più rispetto all’anno scorso e Lang e Neres non sembrano in grado di darli.” Ha ragione, e non è solo un difetto di Manna – bravo ma testardo come un marito che non molla la trattativa – è un vizio cronico del Napoli, tipo quando perdemmo Higuain e ci affrettammo con sostituti mediocri. Prendete un attaccante esterno, sul serio, sennò finiamo come l’Inter di qualche anno fa, belli in difesa ma sterili davanti.
Insomma, “Il Napoli può rivincere lo scudetto, ma avverrà con fatica.” Fiducia c’è, ma non si viva di illusioni: i prezzi calano, le occasioni arrivano, però se non ci svegniamo, quest’anno sarà un’altra montagna da scalare, e noi tifosi saremo lì, a imprecare o esultare, perché al Napoli si ama così, con passione e un po’ di sana ironia. Forza, ma fate sul serio, eh?