Il Napoli ha bisogno di ritrovare il suo spirito, ma la situazione si fa sempre più complicata. Ecco cosa ne pensa il professor Guido Trombetti, direttamente da ‘Calcio alla Radio’. #ForzaNapoli #Calcio #Trombetti
Durante un intervento a Radio Napoli Centrale, il professor Guido Trombetti ha espresso preoccupazione riguardo alla prestazione degli azzurri, affermando: “La grande domanda è perché il Napoli cala così tanto nella ripresa. Gli azzurri sono stati chiusi tutto il secondo tempo nella propria metà campo, senza mai riuscire a ripartire. Abbiamo visto uno squallido secondo tempo, ai limiti della decenza. E questo dopo un bel primo tempo, dove si è visto un bel gioco con diverse occasioni.”
Le parole di Trombetti colpiscono come un pugno allo stomaco: sembra incredibile dover passare da un primo tempo brillante a un secondo da incubo. Ma è un dato di fatto che il Napoli, nonostante le potenzialità, si sfalda nella ripresa, lasciando i tifosi a chiedersi che cosa stia succedendo.
Il professore non si ferma qui: “L’allenatore dovrebbe avere la compiacenza di spiegarci. Un altro quesito è perché non si fanno cambi: se in panchina non ci sono grandi campioni, non ce ne sono nemmeno in campo. Come si fa a tenere Neres in campo che è stato una nullità?”
La richiesta di trasparenza da parte di Trombetti è più che giustificata: i cambi tardano ad arrivare e quando ci sono, non sempre mostrano la qualità necessaria. Neres, in particolare, è un tema caldo: “Mi auguro che Neres non venga più considerato un elemento irrinunciabile. Ho il timore che qualcosa sia successo tra Conte e la squadra: una perdita di credibilità e di presa sulla squadra dopo il mercato di gennaio e le ombre sul futuro.”
Ecco il punto: le scelte dell’allenatore sembrano sempre più discutibili, e i tifosi, giustamente delusi, temono che la squadra stia perdendo la fiducia nel proprio condottiero.
In sintesi, il professor Trombetti non risparmia critiche a quello che si sta trasformando in un vero problema per il Napoli. I supporters vogliono risposte e, soprattutto, vogliono vedere il gioco che ha fatto sognare, non questo scialbo disastro.