mercoledì, Novembre 12, 2025

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Vesuvio in fiamme: La richiesta di aiuto militare maschera un fallimento nella gestione ambientale

Allarme Vesuvio: La Montagna in Fiamme Chiama a Raduno lo Spirito Napoletano

Mentre il Vesuvio brucia, non possiamo ignorare come questa catastrofe ambientale rischi di offuscare l’orgoglio della nostra terra, proprio come un arbitraggio dubbio rovina una partita del Napoli. L’incendio, divampato ieri nel cuore del Monte Somma a Terzigno, ha già divorato ettari di macchia mediterranea nel Parco Nazionale, costringendo la Protezione Civile della Regione Campania a richiedere l’intervento dell’Esercito. “Presidiare le strade, aprire piste di accesso e garantire il rifornimento d’acqua con autobotti”, come specificato nei piani di emergenza, suona come una chiamata alle armi, ma fa sorgere una domanda: perché sempre reattivi e mai preventivi?

Sul campo di battaglia naturale, dieci mezzi aerei sono in azione – quattro Canadair, quattro elicotteri regionali e due rinforzi nazionali – ma le alte temperature e le ondate di calore, come avvisato dal Centro Funzionale regionale, stanno rendendo tutto un inferno. I vigili del fuoco, con sei squadre rinforzate da Salerno e Benevento, combattono senza pause, e per fortuna non ci sono feriti o case in pericolo.

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Eppure, questo caos mi fa pensare: il Vesuvio è il simbolo di Napoli, non un semplice sfondo per selfie turistici – dovremmo imparare dal Napoli, che sotto Gattuso seppe risorgere dalle ceneri, invece di aspettare che le fiamme arrivino in città.

Paragoniamo questo disastro ai vecchi tempi: negli anni ’80, con Maradona in campo, Napoli univa le forze contro avversità ben peggiori, ma oggi? Le istituzioni sembrano più preoccupate di burocrazia che di proteggere il nostro giardino. Non è ironico che, mentre il Napoli si prepara per la prossima sfida in Serie A, la nostra terra stia perdendo la partita contro l’incuria? Svegliatevi, tifosi: se non ci battiamo ora, rischiamo di ereditare solo cenere, proprio come quelle sconfitte immeritate al San Paolo.

Questa non è solo un’emergenza, è un campanello d’allarme per i veri appassionati: il Vesuvio non è neutrale, è parte del nostro DNA. Dobbiamo essere critici e spingere per un cambio, altrimenti finiremo a tifare per le fiamme invece che per la squadra. Forza Napoli, e forza Campania!