Zeman torna al mare, e la pre-season ci ricorda quanto è crudele
Zdenek Zeman, l’eterno boemo del calcio offensivo, sta finalmente recuperando dopo l’ischemia cerebrale di febbraio: una foto con il figlio Karel lo ritrae sereno al mare, un segnale di speranza per tutti gli appassionati. Come ex tecnico di Roma e Lazio, Zeman è una figura controversa, ma i suoi metodi restano leggendari – e ora riecheggiano nei tormenti estivi delle squadre. Per noi tifosi del Napoli, vederlo così è un misto di sollievo e nostalgia, ricordandoci che il calcio non aspetta.
Nel post del figlio, spicca la riflessione profonda: “La Pre-Season fa sognare, disperare, illudere, soffrire. La Pre-Season non è parte dell’allenatore, è essa stessa l’allenatore”. Queste parole, accompagnate dalle note di Bocelli, catturano perfettamente il caos di luglio e agosto, dove ogni amichevole è una montagna russa. Zeman, con la sua filosofia aggressiva, quasi da kamikaze, ci fa pensare a quanto questa fase sia un “allenatore invisibile”, che forgia i campioni o li rompe prima ancora di iniziare.
Per il Napoli, la pre-season è sempre un incubo-ironico: sogniamo un altro Scudetto come ai tempi di Sarri, ma finiamo a disperare per infortuni o esperimenti falliti, tipo quelli di Ancelotti. Zeman, con il suo 4-3-3 forsennato, era un rivale temibile – ricordate le sue Roma che ci facevano sudare? – ma oggi ci fa discutere: è meglio un’estate di illusioni o di risultati veri?
Paragonando al passato, il Napoli di oggi, con Spalletti o chi per lui, dovrebbe imparare da Zeman: la pre-season non è solo fitness, è mentalità. Se non la gestiamo bene, finiamo come quelle Lazio disastrose che lui stesso allenò – belle a parole, fragili sul campo. Forza Napoli, svegliamoci prima che sia troppo tardi!
In fondo, come tifosi veri, non possiamo che brindare a Zeman: la sua ripresa ci ricorda che nel calcio, come nella vita, si soffre e si sogna, ma si va avanti. E magari, quest’anno, la pre-season ci regala sorprese, non solo mal di pancia.