domenica, Luglio 13, 2025

Ziliani: ”Nel 2018 ho avuto una conversazione con un dirigente di Sky, essere sostenitori dell’Inter, del Napoli o della Juve…”

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Paolo Ziliani ha discusso dei diritti televisivi della Serie A e dell’aumento dei prezzi degli abbonamenti, che hanno allontanato i tifosi.

Paolo Ziliani, attraverso il suo account su Twitter, ha condiviso un retroscena riguardo ai diritti televisivi delle partite di Serie A e ai prezzi maggiorati da varie emittenti: “Nell’estate del 2018 ho parlato al telefono con Riccardo Pugnalin, un alto dirigente di Sky Italia responsabile delle comunicazioni, delle notizie e degli affari pubblici (attualmente è responsabile delle relazioni istituzionali di “Autostrade per l’Italia”). Il campionato stava per iniziare, Sky si era confermata come principale detentrice dei diritti TV della Serie A per il nuovo triennio (con 7 partite: le altre 3 erano state acquisite da DAZN) e sul Fatto Quotidiano era stato pubblicato un intero articolo, da me firmato, nel quale ho descritto – basandomi su cifre e dati concreti – la nuova campagna abbonamenti di Sky, che mi sembrava sostanzialmente una truffa ai danni dei clienti. Per rendere l’idea, ho concluso l’articolo citando Ermanno Catenacci, alias Giorgio Bracardi, personaggio del programma “Alto Gradimento” degli anni ’70, dicendo: “In galera!”. L’articolo, che il Fatto Quotidiano aveva pubblicato in prima pagina con il titolo: “Serie A, quanto costa! Doppio abbonamento TV: con Sky e DAZN il prezzo aumenta”, è quello che vedete qui di seguito e sarei lieto se lo leggeste per comprendere cosa è successo prima di riprendere a leggere la mia storia e capire meglio ciò che sta accadendo oggi.

 

Vorrei sottolineare che Riccardo Pugnalin, vicepresidente di Sky e responsabile delle comunicazioni, si è comportato in modo educato nei miei confronti. Non è stato scortese, né risentito, né tantomeno minaccioso: si è solo sforzato di convincermi che nella mia analisi ero stato troppo esagerato, arrivando a conclusioni e giudizi affrettati, anche se non è stato in grado di confutare nemmeno un singolo dato, una singola cifra o un minimo dettaglio del mio resoconto che fosse inesatto. Siamo rimasti ognuno della nostra opinione: secondo Pugnalin, Sky aveva agito correttamente e non aveva commesso alcuna scorrettezza nei confronti dei vecchi e nuovi abbonati; secondo me, Sky aveva ingannato i suoi clienti, cambiando le carte in tavola e aumentando ingiustificatamente e arbitrariamente i prezzi degli abbonamenti. Non ho scritto nemmeno una parola di chiarimento, rettifica o smentita né il giorno successivo né mai in seguito. Tuttavia, ho continuato a seguire la situazione e il caso, che non solo non si è dimostrato una mia invenzione, ma è diventato oggetto di due diverse indagini – per pubblicità ingannevole e violazioni del Codice del Consumo – che mesi dopo hanno certificato il comportamento gravemente scorretto di Sky nei confronti dei clienti: l’Agcom ha multato Sky con una cifra di 2,4 milioni e poco dopo l’Antitrust ha inflitto a Sky una sanzione di 7 milioni (e di 500.000 a DAZN).

 

L’Autorità – come indicato nel comunicato emesso il 18 febbraio 2019 – ha rilevato che Sky non ha fornito informazioni chiare e immediate sul contenuto del pacchetto Calcio per la stagione 2018/19, lasciando intendere ai potenziali nuovi clienti che il pacchetto includeva tutte le partite del campionato di Serie A come nei tre anni precedenti (…) L’Autorità ha inoltre accertato che Sky ha attuato una pratica aggressiva esercitando una pressione indebita sui clienti abbonati al pacchetto Sky Calcio, i quali, di fronte a una significativa riduzione dei contenuti (riduzione del 30% delle partite di Serie A e cancellazione dell’intero torneo di Serie B), non sono stati posti nella condizione di poter prendere liberamente una decisione sul mantenimento o meno del pacchetto. Gli abbonati a questo servizio sono stati costretti a scegliere tra due opzioni, entrambe svantaggiose: la continuazione delle spese, che inoltre sono rimaste invariate nonostante la riduzione e la diversificazione dei contenuti rispetto a quelli originariamente scelti, oppure la risoluzione del contratto a pagamento, con il pagamento di penali”.

Dunque, non mi ero sbagliato. Sky aveva ingannato i suoi clienti mettendo in vendita un prodotto ridotto e impoverito rispetto all’anno precedente, ma facendo pagare agli abbonati storici lo stesso importo; ai nuovi abbonati, invece, aveva proposto un prezzo aumentato in modo arbitrario e ingiustificato.

 

Era l’anno 2018 e tutto ciò accadeva nell’indifferenza totale dei media, che non erano minimamente interessati all’enorme ondata di rabbia, protesta e ribellione che gli appassionati di sport italiani avevano iniziato a manifestare sui social media in modo generalizzato. A quel punto, non importava più essere sostenitori dell’Inter o del Milan, della Juventus o del Napoli, della Roma o della Fiorentina; ciò che contava era essere appassionati di calcio e ritrovarsi, all’improvviso, tutti insieme, soffocati dall’eccessivo aumento dei prezzi praticato dalle pay-tv, senza alcun dubbio con la tacita approvazione delle mummie di FIGC e Lega Serie A. Da quei giorni sono passati 5 anni, Sky e DAZN si sono scambiate i ruoli di prima e seconda piattaforma per importanza (ora DAZN è al comando con 10 partite, di cui 3 in condivisione con Sky), ma ciò che è ancora peggio è che le due piattaforme si sono scambiate anche il modo scorretto, arrogante, cinico e autolesionista di trattare i propri clienti”.

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