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Ceravolo: “Mazzarri? Non è uno qualunque. Deve entrare nella testa dei giocatori”

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A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Franco Ceravolo, ex direttore sportivo di Napoli e Juventus. Di seguito, un estratto dell’intervista.

Come commenta il ritorno di Walter Mazzarri sulla panchina del Napoli? “Intanto conosce l’ambiente, e questo è importante. I tifosi l’hanno accolto molto bene, diversamente da Garcia. È una situazione difficile, in queste quattro partite ci sarà da scalare le montagne. Walter non è uno qualunque, ha tanta esperienza e intelligenza. Saprà cosa fare, anche se il campo darà la risposta. Dovrà cercare di compattare la squadra ed entrare nella testa dei giocatori. Soprattutto, mettere in risalto e ridare certezze ai calciatori principali della rosa. Ciò non avveniva con Garcia ma alcuni giocatori ne avevano bisogno”.

Due giorni fa, all’esterno del Maradona, è stato esposto uno striscione che rimanda alle responsabilità dei calciator oltre che del tecnico. È d’accordo con la presa di posizione della tifoseria? “Bisognerebbe essere dentro certe situazioni. Quando le cose non vanno bene le colpe vanno divise tra tutti, non dico l’ambiente ma almeno quel che circonda l’organico della squadra. Non si può puntare il dito solo su qualcuno, non sarebbe corretto. In una piazza come Napoli, dove si vive di calcio dalla mattina alla sera, qualche allenatore può non vivere serenamente questa situazione. Mourinho, per esempio, riesce a farsi volere bene dall’ambiente, anche nonostante risultati non soddisfacenti, proprio per le sue abilità di comunicazione. Garcia ha pagato proprio sull’aspetto della comunicazione”.

Quanto è pesata, dunque, il fatto di non essersi garantito l’affetto della piazza? “Garcia può aver subìto il non aver saputo comunicare al meglio con la piazza e, in particolare, gestire la situazione dell’ambiente. Se si riesce a mandare un messaggio positivo si può anche sorvolare qualche difficoltà sul campo. Se viene a mancare anche questo, però, diventa difficile prendere ogni decisione. SI è giunti ad un esonero, dunque, che credo fosse una scelta corretta. Alla fine, quel che conta è sempre il risultato e le parole se le porta via il vento”.

Che opportunità sarà per Mazzarri? “Per Mazzarri sarà un’occasione molto importante. Avrà l’opportunità di ritornar nel calcio che conta, in una piazza dove riuscì a fare molto bene. Non è semplice, Napoli è una piazza ambiziosa. L’obiettivo primario del Napoli sarà il quarto posto. Ad oggi, gli azzurri non possono ambire a grandi scalate. Walter è consapevole che questo è l’ultimo treno per poter continuare a dire la sua”.

Come sarà impostata la comunicazione di Walter Mazzarri nella sua prima uscita? “Quel di cui parlo è di persone. Ci sono allenatori che riescono a combattere la pressione, ma questa è una caratteristica del singolo e non dipendente dalla società. Il Napoli è un club ben strutturato con un presidente che, dal punto di vista della comunicazione, può dirsi il numero uno. Il problema del Napoli, oltre che tattico e di comunicazione, credo sia stato anche quello di mettere in discussione calciatori che non dovevano essere messi in discussione. I giocatori non sono robot”.

Negli ultimi anni, a Napoli ci sono stati direttori sportivi che hanno avuto una funzione di raccordo tra società, squadra e allenatore. Crede che Garcia sia rimasto solo nel momento del bisogno? “A Napoli è prevalsa sempre la personalità del presidente. Garcia è un allenatore esperto ma, forse, si è trovato un po’ da solo. Piazze come Napoli o Roma, però, hanno bisogno di allenatori carismatici, di persone che sappiano prender di petto le situazioni e calmare le acque. Ciò detto, i tifosi dovranno aver pazienza. La squadra è di assoluto livello e, soprattutto, ad un presidente che porta una squadra dalla C al tricolore non si può dir nulla”.

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