lunedì, Aprile 29, 2024

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Gravina: “Mancini una delusione, mi ha tradito. Scommesse? Noi puniamo, la giustizia no”

“Non sul piano sportivo, ma sul piano umano la scelta di Mancini è stata una delusione. Mi sono sentito tradito in un sentimento puro, nei confronti di Roberto, che ho sempre considerato un amico”. Lo ha detto il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, a Tv2000 ospite del programma ‘Soul’, in onda domenica 26 novembre alle 20.50 e martedì 28 alle 21 su Radio InBlu2000.

“Al di là degli interessi della sua scelta tecnica – ha spiegato Gravina – per me è stata una ferita che faccio fatica a rimuovere”, ha aggiunto il numero 1 del calcio italiano che a Ferragosto si è ritrovato senza ct per le dimissioni di Mancini e a poche settimane dagli impegni validi per le qualificazionia gli Europei del 2024 ha ingaggiato Luciano Spalletti.

Il presidente della Figc è inoltre tornato sul caso dei calciatori coinvolti nelle scommesse: “Il mondo del calcio è ritenuto colpevole, non so di che cosa, dato che per la legge italiana le scommesse sono lecite. Tuttavia noi puniamo, la giustizia italiana no”, dice riferendosi alle squalifiche inflitte a Fagioli e Tonali.

Gravina: “Scommesse? Fondamentali le questioni morali”

“Se ne esce attraverso un processo di formazione e soprattutto serve il dialogo tra chi spinge non a fare pubblicità al gioco, ma a fare proposte commerciali, che invitano a scommettere. Io parlerei di una piaga sociale vera e propria che ha colpito anche il mondo del calcio. Nel mondo dello sport – ha sottolineato Gravina – sono fondamentali le questioni morali”.

“Parliamo sempre di valori, cerchiamo di testimoniare ai giovani quanto sia fondamentale l’immagine, coltivare sì la passione ma nel rispetto dei grandi valori dello sport. In un momento di espansione del fenomeno della globalizzazione gli interessi predominano, lo viviamo negli ultimi tempi in maniera esponenziale, l’abbiamo vissuto come Federcalcio rifiutando una proposta di organizzazione insieme all’Arabia Saudita del campionato del mondo 2030”.

“Convinti, pur coscienti della grande possibilità di successo di quell’abbinamento che includeva anche l’Egitto. Lo abbiamo fatto – ha spiegato Gravina a Tv2000 – per ragioni di problemi internazionali, legate al caso Regeni, e per la non condivisione di alcuni valori. Non si può far finta di nulla sempre”.

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