Addio al bis scudetto, a inizio dicembre. In pochi l’avrebbero pronosticato, ma è la dura realtà con cui si trova ora a fare i conti il Napoli: a -14 dall’Inter capolista, gli azzurri rischiano ora di scivolare anche fuori dalla zona Champions in caso di successi di Roma, Fiorentina e Bologna in campo oggi.
Simbolo forse di questa crisi nera è Khvicha Kvaratskhelia, assoluto trascinatore degli azzurri di Spalletti l’anno scorso verso la conquista dello scudetto. Il riassunto della stagione del georgiano sta tutto lì, in quell’errore a tu per tu con Szczesny nel primo tempo della gara contro la Juve: stop errato, corpo all’indietro, conclusione che a metà tra un pallonetto e un tiro finisce altissima per la gioia dei tifosi bianconeri che dopo quel passaggio smarcante di Osimhen già temevano di aver incassato la rete. Fabbroni avvisa: senza Lobotka è emergenza, ora speriamo Gilmour non segua il suo destino da infortunato di lusso
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Ma c’è anche un altro episodio che evidenzia la crisi non solo di gioco ma anche e soprattutto mentale che sta attraversando Kvara: verso la fine del primo tempo Gatti gli passa vicino e gli dà una botta sul pallone, una provocazione. Il georgiano non la prende per nulla bene e gli scaglia il pallone addosso, beccandosi il cartellino giallo.
I più attenti hanno ricordato un altro episodio, con esito differente: ad aprile, nella battaglia sempre dello Stadium che vide alla fine vincente il Napoli con Raspadori, Kvara subì un pugno da Gatti. Reazioni? Nessuna. La partita continua per la sua strada e finisce con la vittoria partenopea. E lo scudetto.