sabato, Maggio 18, 2024

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Addio a Juliano, l’amico Montefusco: “Teneva testa anche a Lauro”

“Io e Antonio abbiamo cominciato a giocare insieme fin dalle giovanili, lui nel quartiere di San Giovanni e io al Vasto. Poi ad unirci ancora di più è stata la maglia del Napoli”. Vincenzo Montefusco ricorda con tristezza Antonio Juliano, nel giorno dell’addio a quello che è stato un compagno di squadra, certo, ma soprattutto un amico.

“Negli ultimi tempi – spiega – gli mandavo i miei saluti tramite la famiglia, ma ultimamente mi dicevano che non riusciva a capire i messaggi. E’ un grande dolore, per me e per tutta la città”. Montefusco, anche lui centrocampista e quindi compagno di reparto di Juliano, lo ricorda in campo per il suo gioco e anche per il carattere.

“Arrivammo da giovani nel Napoli, io debuttai in serie A una settimana prima di lui. Poi siamo stati insieme tanti anni e io ancora oggi lo cito come esempio nello spogliatoio, per il carattere che lo portava a saper prendere in mano una squadra di così grande livello. C’erano Sivori, Altafini, Cané e tanti altri campioni, ma lui, con il suo sguardo, sia in campo che nello spogliatoio, sapeva come spingere i compagni a dare il massimo, a giocare in un certo modo, anche in partite da rimontare. L’ho sempre ammirato per il carattere, oltre che per le doti da giocatore”.

Montefusco ricorda che quel Napoli era il club dell’imprenditore Achille Lauro, uomo difficile a cui tenere testa: “Juliano era il capitano, parlava con l’arbitro, con noi, con l’allenatore, ma erano gli anni in cui Lauro entrava spesso negli spogliatoi a parlare con la squadra, anche per contestarla, e Juliano aveva ‘le palle’ per rispondergli a nome del team. In quei tempi noi calciatori eravamo un po’ come studenti a scuola, non come quelli di adesso. Ma quello fu un grande Napoli e lui dava l’esempio da combattente”.

Montefusco ricorda anche Juliano tra i protagonisti della nazionale campione d’Europa e vicecampione del mondo dietro al Brasile di Pelè (“Anche io la desideravo quella maglia dell’Italia, ero anche considerato molto da Valcareggi, ma quando si faceva la lista finale dei convocati per i grandi tornei non c’ero mai”).

“Era una nazionale di grande livello – racconta – oltre a Juliano parliamo di Rivera, Mazzola, Bulgarelli. Mi ricordo che il ct mi fece giocare nel match della Nazionale B contro l’Inghilterra, Juliano mi diceva che gli dispiaceva che non c’ero, ma entrambi sapevamo che per un napoletano di allora era difficle andare in nazionale e che lui aveva un livello altissimo, era l’uomo per giocare con i grandi come Bulgarelli e Rivera, appunto. Abbiamo poi lavorato insieme anche in anni difficili per il Napoli, che retrocedeva, io sono stato allenatore e lui era dirigente, lo portai in panchina con me per lottare insieme ancora una volta. Oggi è un grande dolore”.


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