Sarà un addio lungo e difficile, perché Sinisa Mihajlovic era molto di più di un ex campione diventato allenatore. A soli 53 anni scompare un uomo che ha lasciato un segno indelebile in chi l’ha conosciuto, un’icona della lotta alla leucemia che ha comunque vinto la sua guerra.
Mihajlovic: il ricordo di Mancini, Eriksson e Inzaghi
“Questo è un giorno che non avrei mai voluto vivere, perché ho perso un amico con cui ho condiviso quasi 30 anni della mia vita, in campo e fuori”, sottolinea il ct della Nazionale Roberto Mancini, suo compagno di squadra con le maglie di Sampdoria e Lazio e poi collaboratore tecnico ai tempi dell’Inter.
“Non è giusto che una malattia così atroce abbia portato via un ragazzo di 53 anni, che ha lottato fino all’ultimo istante come un leone, come era abituato a fare in campo. Ed è proprio così che Sinisa resterà per sempre al mio fianco, anche se non c’è più”, aggiunge il ct.
Tutti i club di serie A, non solo quelli che lo hanno accolto, gli tributano il giusto omaggio. “Era un giocatore vincente, generoso e molto intelligente. Arrivare secondo per lui non esisteva”, ricorda Sven Goran Eriksson, allenatore della Lazio campione d’Italia del 2000 che aveva nell’ex difensore-centrocampista uno dei suoi pilastri.
“Era un grande allenatore già quando faceva il giocatore. Lui e Mancini parlavano tanto: erano due allenatori in campo. Sinisa era positivo, allegro sempre. Era un piacere enorme lavorare con lui”, continua.
“Sinisa è stato un amico. Abbiamo condiviso tanto, trofei e giornate indimenticabili. Abbiamo lottato e abbiamo vissuto tanti momenti insieme. Siamo stati famiglia, amici, colleghi. Vivrà per sempre nei miei pensieri”, è il cordoglio del tecnico dell’Inter, Simone Inzaghi, che condivise con il serbo lo spogliatoio biancoceleste.
Anche le istituzioni del calcio ricordano Mihajlovic
“Siamo tutti molto rattristati, siamo più poveri nel mondo dello sport per la notizia della scomparsa di Sinisa – dichiara il presidente del Coni, Giovanni Malagò. – Ha dimostrato di essere una persona speciale e diversa. L’immagine, il prestigio della persona sono ancora superiori a quello di un grandissimo giocatore ed un eccellente tecnico”.
“Sono profondamente addolorato, è un giorno triste per il calcio italiano – assicura il presidente della Figc, Gabriele Gravina – Sinisa è stato un protagonista dentro e fuori dal campo, un esempio di passione, determinazione e coraggio, in grado di ispirare e di emozionare”.
“Mihajlovic è stato un campione vero come calciatore, come allenatore, ma soprattutto come persona. In un’epoca spesso contraddistinta dalla falsità, ha saputo anteporre sempre la verità non sottacendo i suoi difetti e le sue debolezze. Anche per questo deve essere ricordata la sua positiva testimonianza di vita”, conclude Gravina.
“Oggi il calcio e lo sport perdono un grande uomo che ci ha trasmesso la sua forza e la sua umanità – spiega il presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini – Sinisa resterà sempre un esempio di grande combattente, capace di farsi amare dai propri tifosi e rispettare dagli avversari. La Lega Serie A si unisce tutta al dolore della famiglia”.
“Sono profondamente addolorato nell’apprendere della scomparsa di Sinisa Mihajlovic, uno dei calciatori e allenatori più celebrati della Serbia”, il cordoglio del presidente della FIFA, Gianni Infantino.
“I suoi calci di punizione incarnavano una passione e una dedizione per la bellezza del calcio che hanno lasciato un segno indelebile nel mondo dello sport e la sua morte è una grande perdita per tutti noi”, conclude Infantino.