Agente Fifa fa chiarezza sul caos delle clausole e prezzi folli: chi rischia e chi no? #CalcioMercato #ClausoleRescissorie #TransferNews
In una recente intervista su "1 Station Radio", l’agente Fifa Claudio Anellucci ha affrontato i retroscena del calciomercato, con un occhio critico alle regole e alle strategie che rendono questo mondo un vero campo minato. Partendo da una domanda tecnica, ha chiarito cosa succede quando un club incontra una clausola rescissoria. “No, non può rifiutarsi. Quando una clausola rescissoria è attiva e il club riceve un’offerta pari alla cifra pattuita, non può opporsi: è un accordo che hai già siglato nel momento in cui firmi un contratto. È successo anche con Cavani ai tempi del Napoli: fissammo una clausola a 74 milioni, e una volta esercitata, non ci fu margine di trattativa. Ed aggiungo: sono accorti blindati da contratti e clausole di riservatezza: quando la cifra viene fuori, vuol dire che una delle parti in causa ha spifferato. Quelle sono informazioni riservate, accordi fatti tra dirigenti, procuratori e presidenti. Se il prezzo preciso viene fuori è perché si cerca di mettere pressione tramite i media, ma in teoria dovrebbero restare segreti.”
Anellucci non ha girato intorno al rischio per certi club, come nel caso di un giocatore con clausola attiva. “Sì, si mette a rischio per questo. Quando fai i rinnovi o gli adeguamenti contrattuali, puoi inserire una clausola. Una volta presente, se viene pagata, il club non ha voce in capitolo. L’acquirente versa la cifra stabilita e prende il giocatore.” Questo apre scenari interessanti, dove le strategie di mercato diventano un gioco al rialzo, e non sempre pulito, con club che potrebbero temporeggiare per massimizzare guadagni.
Passando alle dinamiche specifiche, l’agente ha insinuato che certe resistenze alle cessioni potrebbero essere tattiche. “Probabilmente sì. Potrebbero star aspettando di capire se qualcuno attiverà la clausola di Lucumì prima di liberare Beukema. È il classico gioco delle parti: si cerca sempre di vendere chi ha la clausola più alta o chi porta più soldi. Se hai necessità di cedere, spingi in quella direzione. È normale.” È il calcio in tutto il suo cinismo, dove l’affare perfetto è solo un bluff ben confezionato.
Sul fronte valutazioni, Anellucci ha difeso un attaccante sottostimato, nonostante le cifre chiacchierate. “Io credo che Simeone sia un attaccante molto sottovalutato. Dovunque è andato ha fatto bene. È stato campione d’Italia due volte, cosa che va ricordata. Gli serve solo continuità. Se fossi in club come la Fiorentina, il Genoa o anche una neopromossa, punterei su di lui. Ha sempre dato il massimo, è serio, ha cuore. Non è un top player, ma è affidabile e vincente.” A 15 milioni, potrebbe essere un affare o una fregatura, a seconda di chi lo compra – e non tutti hanno lo stomaco per scommettere su chi non brilla in vetrina.
Non ha risparmiato critiche a chi torna da campionati "vacanza", come nel caso di un centrocampista reduce dall’Arabia. “È difficile. L’intensità degli allenamenti in Arabia è molto più bassa. Il calcio lì è un’altra cosa. Riattaccare la spina, soprattutto con un allenatore come Gasperini, è durissimo. Le sue preparazioni sono massacranti: quattro contro quattro a campo lungo per otto minuti, due di pausa, e si riparte. Se non hai gamba, non reggi. Prima di puntare su Kessié, bisognerebbe verificare molto bene la sua condizione fisica. È un ottimo giocatore, ma quando stai due o tre anni in un campionato non competitivo – se non per il portafoglio – è complicato rientrare a certi livelli.” Insomma, chi pensa di tornare in forma dopo una stagione al sole si illuda pure.
Passando a un prospetto inglese, Anellucci è stato diretto: non è il colpo del secolo. “A me Sancho non piace come giocatore. Credo ci siano opzioni migliori in giro. Forse la Juve ha anche bisogno di fare un po’ di rumore mediatico. A quelle cifre, soprattutto per l’ingaggio, c’è molto di meglio. I giocatori che arrivano dall’Inghilterra spesso hanno stipendi fuori mercato, completamente scollegati dalla realtà del calcio italiano.” Un commento che fa eco al solito spreco di soldi nel calcio, dove le star gonfiate valgono più del campo.
Infine, confrontando due talenti, l’agente non ha dubbi su chi scegliere. “Tutta la vita Lang. È più giocatore, e il prezzo è giusto. Ndoye a 40 milioni è eccessivo. L’ho sempre detto: con Sartori, il Bologna è bottega carissima. Valutano bene i propri calciatori, sono bravi, ma poi alla fine i numeri fanno la differenza. Ndoye a 35 o 40 milioni è davvero tanto, pur con tutto il rispetto per lui.” In un mercato dove i prezzi sono sempre una presa in giro, meglio optare per l’opzione sensata e lasciare che i gonfiati si sgonfino da soli.