Le glorie sportive italiane: dal volley epico al caos del calcio, tra trionfi e polemiche #SportItaliano #VolleyDonne #Basket #CalcioCritiche
Nel suo editoriale su “Campania Sport” trasmesso su Canale 21, il giornalista ha evidenziato le incredibili prestazioni dello sport italiano, partendo dalle donne del volley che hanno conquistato un posto nella storia. “Canterei con Fabio Concato “Che Domenica Bestiale”, una domenica con l’oro, con le invincibili. 36 partite consecutive senza sconfitte, un’olimpiade, un oro olimpico, una Nations League ed ora il Mondiale. Guidate da uno dei più grandi allenatori della storia di tutti gli sport, Julio Velasco. Le ragazze del Volley hanno fatto un’impresa che entra nella storia dello sport italiano. Soltanto Vittorio Pozzo era riuscito a tanto, nel 1936 vincendo le olimpiadi di Berlino e nel 1938 vincendo i mondiali in Francia. Inopinatamente, perché il Brasile comprò già in semifinale contro l’Italia i biglietti per la finale a Parigi del treno e aveva già prenotato gli alberghi. E risparmiò perfino il suo grande fuoriclasse Leonidas convinti di battere l’Italia. Alla fine se ne andarono scornati, come spesso accade al Brasile ai mondiali, per tanta presunzione e dovettero lasciare i biglietti all’Italia che poi andò a vincere il mondiale sull’Ungheria. E’ capitato una seconda volta con la pallanuoto, olimpiadi e mondiali. Ricapita adesso con le ragazze di Julio Velasco, straordinarie, lottatrici infinite. Col Brasile ieri una battaglia impressionante, un 3-2 finale clamoroso contro la squadra che ai mondiali ci aveva battuti. Si sono ripetute oggi con la Turchia, una squadra con delle schiacciatrici impressionanti- Quella Vargas l’abbiamo sportivamente odiata, quel colosso numero quattro della Turchia che ci tempestava di cicloniche schiacciate da tutti i lati, in posizione quattro. Abbiamo avuto la forza di vincere al tie-break due partite contro i mondiali e contro gli europei, la Turchia campione d’Europa. Orro, migliore alzatrice del torneo. Anna Danesi, la capitana, miglior centrale del torneo. L’eterna nostra Monica De Gennaro, miglior libero del torneo. Ma mente per la gola, chi non sa che l’anima di questa squadra erano Miriam Sylla e Paola Egonu.”
Passando al basket, l’editoriale ha sottolineato la prestazione eroica dell’Italia contro la Slovenia, sfiorando un’impresa nonostante il dominio di un talento sovrumano. “Nel basket oggi siamo andati vicino ad un’impresa clamorosa, -3 all’ultimo minuto della partita contro un giocatore generazionale, uno di quelli che segna la storia del basket, ma non quello europeo, quello NBA. Parliamo dell’asso di Los Angeles Lakers. Pensate che la Slovenia ha fatto 84 punti contro i 77 l’Italia alla fine. 42, la metà li ha segnati solo lui, Luka Doncic, giocatore fuori dalla portata di chiunque nell’NBA, figuriamoci negli europei. Eppure l’Italia ci è andata vicino, vicino. Grazie anche a Momo Diouf, a Young, a ragazzi che si sono integrati in questa nazione.” Il discorso si è poi spostato su temi più controversi, criticando la partecipazione di certe nazioni nelle competizioni e lodando l’inclusione multirazziale nello sport.
Con un tono provocatorio, l’editoriale ha affrontato il match contro Israele, definendolo inappropriato e paragonandolo alla situazione della Russia. “Andiamo all’assolto di Israele, una partita che non si sarebbe mai dovuta giocare. Perché Israele dovrebbe essere fuori da tutte le competizioni mondiali del calcio al pari della Russia. Ed è una vergogna che Israele giochi dal mio punto di vista. Andiamo alla caccia di Israele guidati da Moise Kean. Solo le povere anime, le persone che nella vita hanno poco da chiedere perché non hanno valori, non hanno idee, non hanno capacità di capire come il mondo si evolve, non si rendono conto che questa è ricchezza, è inclusione, è multirazialità, è qualcosa che ci arricchisce, non ci impoverisce.
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L’analisi si è estesa alle nazionali di calcio, lamentando gli infortuni e le pause che disturbano i campionati, con un accenno alla solidità della rosa di una squadra italiana. “Finiamo con le nazionali, maledette nazionali. Abbiamo perso Rrahmani, ecco lì. Succede sempre che le nazionali fanno danni e falsano i campionati e le coppe, perché i soloni del calcio non si rendono conto che questo è il modo peggiore di gestire il calcio. Mettere la coppa d’Africa in corso di competizioni, mettere le pause nazionali già a settembre dopo un ritiro, dopo una ripresa degli allenamenti con i giocatori che sono a forte rischio. Ma proprio l’infortunio di Rrahmani però paradossalmente certifica la grandezza della campagna acquisti del Napoli di quest’anno, perché non siamo in ambascio, c’è un giocatore che è stato preso proprio per sostituire Rrahmani, che è costato 31 milioni di euro più tre di bonus, Sam Beukema, uno che ha già fatto la Champions con Bologna l’anno scorso. E quindi Napoli può ragionevolmente essere tranquillo, che stavolta se perde qualche calciatore Conte non è che si gira dietro e dice ‘Non c’è nessuno’, c’è una grande ricchezza. Il Napoli di quest’anno ha la grande ricchezza nella rosa e ne è subito messo alla prova dall’infortunio di Rrahmani.”
Infine, l’editoriale ha chiuso con una riflessione sul calcio italiano, criticando la mancanza di entusiasmo e suggerendo che altri sport stiano rubando la scena. “Gattuso va all’assalto di Israele dopo una prima partita che è stata troppo scontata, abbiamo spezzato le reni al 125° partecipante al ranking mondiale, Estonia è 125°. E per 60 minuti non abbiamo segnato, però poi si è vista una buona Italia, logica perlomeno. Con un 4-2-4 abbastanza ardito se vogliamo, considerando quello che abbiamo visto al Napoli di Gattuso che era molto pavido. Non c’è entusiasmo, io non vedrò la partita domani sera quindi passerò al commento successivo. Quello che posso dire è che il calcio, che la fa da padrone, questo fine settimana agli italiani ha lasciato lo spazio per godersi delle pagine di sport straordinarie e far capire a chi dirige questo pallone malato che forse il calcio non è proprio così indispensabile e stessero attenti.” Questo fine settimana ha dimostrato come lo sport italiano sappia brillare al di là del calcio, offrendo lezioni di resilienza e inclusione in un mondo sempre più diviso.