Conte non si ferma: “Amma faticà ma cchiù assaje” per il Napoli rinforzato!
Eh sì, il solito Conte non si è ammorbidito con la vittoria in tasca; ha solo caricato di più il suo mantra da duro del calcio, passando da “Amma faticà again” a quella versione un po’ più “terra terra” in napoletano: “Amma faticà ma cchiù assaje”. Perché nel mondo del pallone, dove tutti fingono di essere eroi, lui ci ricorda che sudare è l’unica vera religione.
Quest’anno, niente scuse o mezze misure: l’approccio è cambiato radicalmente rispetto alla stagione passata, con i big finalmente in campo fin dal primo giorno, accompagnati da quattro rinforzi già arrivati (e oggi si aggiunge pure il quinto, Sam Beukema, atterrato ieri in ritiro). Lasciatevi alle spalle le scorie di quel decimo posto disastroso, con Primavera e rientri dai prestiti che infestavano Dimaro. Ora, c’è un anno di lavoro solido, un’ossatura temprata e uno Scudetto sul petto che alzano le aspettative – e le pressioni, tanto per rendere le cose più piccanti.
“E’ inevitabile che quando porti lo Scudetto sulla maglia per definizione parti favorito o tra i favoriti e questo lo dobbiamo sapere benissimo. Non ci dobbiamo sottrarre – le parole di Conte in conferenza, prima di un paio di specifiche -, poi sappiamo benissimo che dopo il ciclo della Juventus si sono succedute squadre diverse e questo fa capire la difficoltà, ma l’abbiamo già visto due stagioni fa e con lo Scudetto sulla maglia facemmo il decimo posto. Questo ci deve far capire che non sarà facile. Il passato recente non va dimenticato, deve darci insegnamenti ed umiltà”. Insomma, il messaggio è chiaro: non illudetevi, il calcio non perdona, e Conte lo sa meglio di chiunque altro.
E per rendere la squadra pronta alla guerra su più fronti, Conte sta picchiando duro sul tema di allungare la rosa, un piano concordato con la società per non schiantarsi nelle quattro competizioni in arrivo. Niente snobismi qui: “Vedevo la foto dell’anno scorso in albergo e c’erano tanti ragazzi, pochi calciatori sono rimasti. Se andiamo a vedere chi è rimasto, ne avrò contati 6-7. Quest’anno torniamo con lo Scudetto sul petto, con tutti i confermati dell’anno scorso e nuovi calciatori che stanno arrivando perché a giugno abbiamo sposato una visione che non guarda solo al presente ma anche al futuro. Oltre ad alzare la qualità della rosa – aggiunge – abbiamo necessità di implementare a livello numerico per i tanti impegni”. E non si ferma: insiste che con tanti match in calendario, non esiste più il concetto di titolare o riserva, quindi serve rinforzare sul serio – pensiamo a un esterno offensivo come Ndoye, un portiere tipo Milinkovic-Savic, un laterale difensivo come Juanlu Sanchez, e magari un sesto centrocampista prima che il mercato chiuda. Duro e diretto, come al solito.