Nel suo editoriale per Repubblica, Il Graffio, il giornalista Antonio Corbo commenta così la vittoria show del Napoli contro il Sassuolo elogiando Calzona: “Dei tre allenatori in staffetta è quello che mostra la forza tranquilla della coerenza. La via maestra è quel 4-3-3 e la percorre dall’inizio senza un attimo di esitazione.
La certezza affligge i presuntuosi, e lo era Rudi Garcia, l’anziano francesino che si presenta davvero male, condannato a sbagliare, ma senza farsene accorgere dalla società che lo presenta come una statua di biscuit tra i capolavori di Capodimonte. Aveva in animo di rivoluzionare il modulo dello scudetto e nel delirio di potere anticipa che il capitano lo designa lui, non la meritocrazia che dava fascia a Di Lorenzo e al suo carisma”.
“Predica per convincere a non passare la palla solo a Lobotka, perché nel suo vocabolario non c’è il “regista”. Bastava forse affidarsi ad un omino colto e coerente, che sa tanto calcio, e schivo com’è dà le giuste linee guida che il Napoli in confusione aveva dimenticato”.