Il giornalista de ‘LA Repubblica’ analizza le novità introdotte da Rudi Garcia nella squadra lasciata da Luciano Spalletti.
Interessante studio di Antonio Corbo su Napoli di Garcia per il quotidiano ‘La Repubblica’. “Forse più potente, sicuramente diverso. Garcia ha presentato ieri la sua squadra del Napoli. Con coraggio e tranquillità, vuole conquistare lo scudetto senza imitare nessuno, afferma con decisione. ‘Io ho il mio modo di giocare, non mi interessa il passato’ . A 120 giorni dalla vittoria di Udine, poche ore dopo la nomina di Spalletti come commissario tecnico della Nazionale e il ritorno di Sarri, è l’annuncio di una rivoluzione nel gioco e nella narrazione. Garcia mette da parte la posizione della palla, il possesso insistito e il regista. Offre un calcio concreto. Ci prova. Sapeva di avere il più potente attacco del campionato con una varietà di talenti come nessun altro, da Osimhen a Kvaratskhelia, da Simeone a Raspadori, da Politano a Zerbin e infine il nazionale danese Lindstrom. Parla chiaramente, anche del successore di Kim. Natan non è pronto. Lo aspetta, ma è una responsabilità che si è assunto”.
E ancora: “Cambia il gioco di Lobotka, e cambia tutto. Garcia anticipa: ‘Una squadra non può dipendere solo da un giocatore. Voglio che siano i terzini, i centrali, Anguissa, Zielinski e Elmas a costruire, non solo Lobotka’. Ecco, il gioco non passa più solo attraverso Lobotka. Era il fulcro. Il regista di centrocampo. Si possono elencare gli effetti. 1) Possiamo fare a meno del 4-3-3 con Lobotka al centro del centrocampo; 2) Chi recupera il pallone avvia l’azione; 3) Ogni difensore deve sentirsi regista ed essere costruttivo. Lo dicevano negli anni ’80 Liedholm in A e Galeone in B con il Pescara, passando dalla difesa a libero alla difesa a quattro; 4) Ancora prima Heriberto e Viciani, passaggio breve e sicuro, una tattica chiamata ‘gioco corto’. 5) Chi ha il pallone sceglie tra un passaggio lungo o corto, quindi meno gioco che parte dall’area di difesa”, come lo scorso anno. Nessuno dovrà cercare Lobotka, ma il compagno migliore per passargli il pallone. 6) La prima opzione sarà lanciare Osimhen o Lobotka, la seconda i centrocampisti Anguissa o Zielinski o lo stesso Lobotka. 7) Come abbiamo già visto, Di Lorenzo è l’esterno che entra nel campo creando una connessione con Osimhen o Politano mentre Olivera a sinistra dà copertura. 8) Liberato il gioco da Lobotka, Zielinski e Anguissa avranno un ruolo più ampio per inserirsi e aprire il gioco su entrambi i lati del campo (diagonali offensive). Nomi provvisori. Garcia non dimentica gli altri: Raspadori (alla ricerca del suo ruolo) ma crede molto anche in Lindstrom, che può giocare sia come esterno che come seconda punta, in concorrenza diretta con Raspadori. È importante che sia entro i 20 metri dalla porta, i suoi movimenti a sinistra per 50 metri sono generosi ma dispersivi”.
“Garcia chiede altre novità. Tiri più frequenti da lontano. Si è reso conto che lo scudetto è stato vinto segnando 77 gol, ma solo 2 sono stati realizzati da fuori area. Quindi non è vero che non conosce il passato del Napoli. Sta programmando una squadra che potrebbe essere meno elegante, ma più attenta e solida. Per non temere le marcature di Gasperini e Juric sul regista. Vedere come cambia il Napoli è già un motivo di interesse. La partita inizierà con la Lazio. Nuovo gioco e nuovi slogan. Sarri e Spalletti per sorprendere sempre di più, Garcia per subire sempre meno. Vedremo se tutte le strade portano allo scudetto”.