Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, racconta tutto in conferenza stampa. Il patron dei partenopei è tornato a parlare della passata stagione, dell’addio di Luciano Spalletti, dello scudetto e dell’eliminazione dalla Champions, con passaggio anche sulla stagione attuale e sul futuro del campionato italiano.
“Spalletti? Nel secondo anno ha mostrato un miglioramento gestendo meglio il gruppo, decidendo persino di risiedere qui. La delusione è arrivata con l’uscita dalla Champions, un trofeo che mi aspettavo di vincere. Al premio Bearzot il 24 marzo, avevo dichiarato che Spalletti sarebbe rimasto con noi, una promessa da lui non smentita”.
“Il 21 aprile, per incoraggiare Spalletti, gli inviai il rinnovo contrattuale via PEC. Mai avrei immaginato che nella cena del 12 maggio, all’Altro Loco, Spalletti potesse annunciarmi il suo desiderio di ritirarsi in campagna. Non mi arresi, anche se sorse il dubbio di un possibile contatto con Gravina. Il mio errore fu accettare la richiesta di Spalletti per riconoscenza. Forse lui pensava di aver ottenuto il massimo dal gruppo”.
De Laurentiis: “Thiago Motta? Mi disse di voler andare all’estero”
“Thiago Motta era nella nostra lista, ma il suo desiderio di allenare all’estero ha escluso la possibilità. La scelta dell’allenatore è bilaterale, e rispettare le preferenze del candidato è fondamentale. Nel caso di Dragusin, nonostante un’offerta più vantaggiosa, lui ha scelto la Premier League”.
“Si avvicina un momento in cui Var, calcio, Uefa, Fifa e Figc dovranno riflettere in modo diverso. La Superlega, sebbene sbagliata, ha avuto il merito di scatenare il cambiamento, riconosciuto da Florentino Perez, il quale ha ottenuto una soluzione dalla Corte europea. Sto studiando con lui una competizione che potrebbe generare fino a 100 miliardi di entrate, rivoluzionando il calcio”.
“L’idea di una Serie A autonoma sulla falsariga della Premier League è supportata da almeno 10 anni. L’Inghilterra è esempio di successo, ma in Italia, la politica favorisce gli interessi elettorali a discapito dello sviluppo del calcio. La legge Melandri ha danneggiato cinema e calcio, svendendo il campionato italiano per i prossimi 5 anni. L’assenza di una vera Confindustria nel calcio italiano è un problema strutturale che va risolto”.