Roberto De Zerbi, allenatore italiano ex Sassuolo ed ora tecnico dello Shakthar Donetsk, è intervenuto nel pomeriggio a Radio Deejay direttamente dall’Ucraina, dove è attualmente bloccato con alcuni giocatori della sua squadra per via dell’invasione delle armate russe.
“Siamo in contatto con l’ambasciata italiana a Kiev – ha spiegato -. Ci hanno consigliato di restare fermi in hotel: le strade sono bloccate, le scorte di cibo e di benzina sono insufficienti. Uscire e mettersi in viaggio sarebbe molto pericoloso”.
“Mercoledì notte abbiamo sentito i bombardamenti, ma anche stanotte – prosegue -. Finora ci tranquillizzano dicendo che ai civili non succede niente, ma la verità è che nessuno si è mai trovato in situazione del genere”.
“In hotel sono rimasto io e i miei giocatori brasiliani. Non c’è nessuno del club – aggiunge -. Io sto con i ragazzi più giovani per far dargli sostegno e fargli vedere che ci siamo. Abbiamo tutti paura. Ma non possiamo permetterci di mettere la paura davanti alla vita”.
“Mi preoccupa da morire la situazione dei miei giocatori ucraini – ha rivelato De Zerbi – Ci sono ragazzi anche di 18/20 anni che potrebbero essere chiamati alle armi. Mi fa impazzire non poterli aiutare in nessun modo. Il nostro è un gruppo unito”.
“Onestamente qui negli ultimi giorni nessuno si aspettava un attacco. Non so il perché, ma è vero che nessuno se lo poteva immaginare. Due giorni fa mi avevano persino confermato che al 70% si sarebbe giocata la prossima partita di campionato, a Kharkhiv. L’ambasciata ci aveva detto di lasciare il paese, ma io sono un allenatore: se la stagione prosegue non posso abbandonare”, ha concluso.