David Neres e l’Ingarbugliato Caso della Rapina: Perché Napoli Non Deve Scusarsi
La recente rapina subita dal calciatore brasiliano, David Neres, ha scatenato una vasta gamma di reazioni. Tuttavia, i napoletani non hanno alcun bisogno di chiedere scusa. Questo è quello che emerge, per esempio, dal pensiero di Eduardo De Filippo.
La Reazione dei Media
L’ennesimo episodio di rapina ai danni di un calciatore ha portato, come spesso accade, ad una serie di reazioni diverse e contrastanti. I media "mainstream" hanno sfruttato l’evento oltre misura, creando un senso di colpevolezza anche in persone che, a dir la verità, non hanno alcuna colpa. Il fatto è avvenuto lo scorso sabato a Napoli e le televisioni nazionali hanno colto l’occasione per dibattere ampiamente sull’argomento. Qualcuno potrebbe aver dimenticato episodi simili avvenuti nel resto del paese, ma questo è un altro discorso.
Il Sentimento dei Napoletani
I napoletani si sono sentiti feriti nell’animo da questo evento e molti hanno deciso di scusarsi con il calciatore. Un gesto che, secondo lo spirito delle parole di Eduardo De Filippo, non era affatto necessario. In "Napoli Milionaria," Eduardo offre una riflessione eterna sui ladri:
"Ladro si nasce. E non si può dire che il ladro è napoletano. Oppure romano. Milanese. Inglese. Francese. Tedesco. Americano… Il ladro è ladro solamente. Non ha madre, non ha padre, non ha famiglia. Non ha nazionalità. E non trova posto dentro al nostro paese. No. Perché… Siccome il nostro paese non possiede una buona reputazione… Che vuoi fare? È una disgrazia… Appena sentono: «napoletano», subito si mettono in guardia. Perché è stato sempre così. Perciò… tu che sei giovane, dovresti dare il buon esempio… così quando ti trovi a sentire che parlano male del tuo paese, tu, con coscienza, puoi dire: – «Va bene, ma ci sono ladri e gente onesta, come dentro a tutti i paesi del mondo".
Parole che rimangono un monito per chiunque e che dovrebbero essere tenute sempre a mente.
In conclusione, la rapina a David Neres è un evento spiacevole e condannabile, ma non giustifica la necessità di scuse pubbliche da parte di un’intera comunità che, come tutte le altre, è fatta di persone oneste e non.
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