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Giannini svela: ero l’idolo di Totti e Boniperti tentò di prendermi alla Juventus con un’offerta sorprendente

“Quando il campo parlava, io rispondevo con i fatti”: le confessioni senza peli sulla lingua di un ex gladiatore romanista #Calcio #Roma #Fuorigioco

L’ex simbolo della Roma ha deciso di rompere il silenzio e, in un’intervista a La Gazzetta dello Sport, ha condiviso dettagli inediti sulla sua carriera, regalando qualche chicca ai tifosi e sparando a zero sulle dinamiche dentro e fuori dal campo.

Con una franchezza che lascia poco spazio alle interpretazioni, ha sottolineato come i veri protagonisti sono sempre quelli che “quando il campo parlava, io rispondevo con i fatti”. Una frecciata a chi preferisce le chiacchiere da bar o le sceneggiate in panchina.

Non sono mancate critiche velenose sugli ambienti calcistici che, a suo dire, si intristiscono spesso per “giocatori che contano più al di fuori del terreno di gioco che dentro”. Un chiaro messaggio a chi fa più gossip che sport.

Ha voluto inoltre chiarire cosa significhi davvero essere una bandiera, dicendo: “per me la maglia andava sudata, non venduta o spremuta fino all’ultima goccia per convenienza”. Niente tecnicismi o tatticismi: qui si parla di passione, orgoglio e attaccamento vero, qualità ormai rare nel calcio moderno.

Infine, scatenato e sincero, ha raccontato qualche aneddoto che la stampa ha sempre evitato, rivelando come a volte “dietro le quinte si muovono interessi più grandi dello sport, ed è facile farsi travolgere se non hai la giusta testa”.

Un racconto senza filtri che ha riacceso il dibattito su quanto il calcio di oggi sia lontano da quello di un tempo, quando i protagonisti gridavano sul campo e non nelle interviste.

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