Cristiano Giuntoli, direttore sportivo artefice del brillante mercato del Napoli, racconta ai microfoni del Corriere dello Sport la genesi di questa squadra in fuga.
Giuntoli e i segreti del Napoli: “C’è un progetto sviluppato dietro”
Giuntoli non vuol sentire parlare di miracoli: “Saprebbe di intervento divino o, se vogliamo restare tra gli umani, anche di improvvisazione. Qui invece, e lo dico senza volerci dare un tono, c’è un progetto che è stato sviluppato”.
C’è tutto un lavoro di scouting dietro, e qualche volta “anche suggerimenti di amici, come è successo per Kim e Kvara. O comunque secondo ricerca. Guardiamo le partite del mondo, poi andiamo sui campi. Io, nella buona e nella cattiva sorte, mi assumo le mie responsabilità e do l’ok. Le conseguenze mi appartengono. Non nego le incomprensioni con De Laurentiis ma ditemi voi se dentro un rapporto decennale non possa esserci una fase critica”.
Il ds scende poi nei dettagli: “A lui forse non piacque qualche mio atteggiamento e, visto come andavano le cose allora, magari pensò anche di qualche scelta tecnica sbagliata.
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E Spalletti? “Partecipa, ovviamente e in maniera attiva alla costruzione della squadra. Lui guarda, dà l’assenso oppure no, lascia che Simone Beccaccioli assieme a tutti gli altri dello staff osservino e studino. C’è una sintonia totale. Non si è mai soli in queste scelte”.
Giuntoli e il Napoli: “Rimpianti? Avevamo preso Haaland”
Infine, il più grande rimpianto della carriera: “Haaland. Contratto già fatto con il Salisburgo, riconoscendo loro il pagamento della clausola a venticinque milioni di euro. Ma lui preferì il Borussia Dortmund e noi che avevamo messo lui e Osimhen nelle nostre preferenze, ci dirottammo su Victor. Per noi erano alla pari”.