Gabriele Gravina, presidente della Figc, ha parlato della crisi del calcio italiano nel corso del quarto meeting internazionale Sud e Futuri, tenutosi alla Lanterna di Fuksas a Roma e promosso dalla Fondazione Magna Grecia del presidente Nino Foti.
“I dati sono impietosi: abbiamo 370mila tesserati al Nord, 300mila al Centro, 112mila al Sud – ha detto Gravina -. A livello di società, 4mila al Nord e al Centro, e lo stesso numero al Sud: quindi c’è lo stesso numero di squadre, ma un terzo dei giocatori”.
“Seimila campi al Nord e al Centro, solo 2mila al Sud: questa sperequazione richiede un intervento – prosegue -. Dobbiamo impegnarci nel rivitalizzare strutture, cito ad esempio strutture come il bellissimo Palasport di Reggio Calabria, che è chiuso da tempo”.
“Le infrastrutture non servono per creare campioni – sottolinea ancora – ma per far allenare i giovani perché ciò serve al Paese e genera un benessere per tutta l’Italia che coloro che siedono in Parlamento devono capire”.
Nel 2001, col decreto Spalmaperdite, si pensava di aver risolto tutti i problemi del calcio italiano, “ma oggi, nel 2022, abbiamo ancora problemi a produrre risorse”, sottolinea Gravina.
Nota di merito per il Napoli. “Il Napoli ha ridotto i costi di gestione, ha ceduto i suoi campioni per fare cassa, ha affrontato critiche mediatiche, e ora è meritatamente primo in classifica”, l’elogio di Gravina.
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