“Sono anni che prepariamo progetti su dati oggettivi, è evidente che non è accettabile avere 100 squadre professionistiche. Con Casini ci siamo già confrontati, la Serie A avrà l’autonomia nell’autodeterminarsi, l’idea della riforma riguarda altre componenti. Il concetto di riforma deve passare da concetti di sviluppo e sostenibilità generale, bisogna dare al calcio ciò che spetta, deve diventare un elemento di diritto. Riforme sì, ma per rilanciare un progetto innovativo e avere nuove prospettive”. Lo ha dichiarato il presidente della Figc, Gabriele Gravina, durante l’evento “RCS Sport Industry Talk” a Milano.
“Il calcio è sicuramente un grande valore del sistema paese. Lo è sotto il profilo sportivo, economico, sociale. Rappresentiamo il 25% di tutti i tesserati aderenti al Coni, organizziamo oltre 5mila partite l’anno. Sotto il profilo economico sappiamo cosa rappresentiamo per il Pil (0,58%) contribuiamo con oltre un miliardo di euro di gettito fiscale”, ha aggiunto il numero 1 del calcio italiano.
“Abbiamo bisogno di un medico specialista che è lo Stato, non possiamo affrontare l’autodiagnosi del alcio, abbiamo bisogno di qualcuno che ci dia supporto nel comprendere come il concetto di crescita sia sbagliato. Dobbiamo adottare dei criteri che mettano sotto controllo i costi”, ha concluso Gravina sull’argomento.