Oltre dieci anni a Napoli, tra alti e bassi, ed un’avventura che si concluderà in estate con il passaggio al Toronto. Lorenzo Insigne si racconta in un’intervista a “Rivista Undici”.
“Il rapporto con i tifosi? Ho un carattere particolare, all’inizio tengo le distanze – ha spiegato -. Per alcuni è superbia, sembra che me la voglia tirare. Io lo vedo solo come un atteggiamento di difesa, poi ci sono persone che non mi hanno mai compreso al 100%. Ma alla fine chi mi conosce davvero sa come sono fatto”.
“E’ vero, ho avuto qualche screzio con i tifosi in passato – prosegue -. La gente si è sempre aspettata tanto da me, io ho cercato di ricambiare. Da capitano ho fatto tutto il possibile, sento di aver sempre assicurato che il Napoli non venisse meno all’impegno in campo”.
“La città di Napoli se non la vivi non la conosci realmente – insiste -. Soffre di molti pregiudizi, ma ne sento parlar bene da tutti nello spogliatoio, anche da gente che ha girato tutto il mondo. Ci rimango male quando sento cori contro la mia terra, spero che un giorno questo possa cambiare”.
“L’altezza non mi ha mai aiutato – ha detto -. A 14-15 anni feci un provino con la mia scuola calcio, che era affiliata con il Torino. Feci qualche allenamento e mi mandarono a casa, mi dissero: ‘Onestamente ci aspettavamo crescessi’. E la stessa cosa con l’Inter. L’unico a credere in me è stato Peppe Santoro, del settore giovanile del Napoli. Credo che da questo punto di vista la situazione sia cambiata: se uno ha qualità adesso va in campo, indipendentemente dal fisico”.