Luciano Spalletti inizia da capo con la nazionale dopo l’esperienza a Napoli. L’esordio contro la Macedonia non ha suscitato grande entusiasmo.
Rammentate quanto sottolineammo il 18 maggio scorso, quando affermammo che per rimanere a Napoli dopo la vittoria dello scudetto serviva coraggio? Per leggere il messaggio, basta cliccare qui, soprattutto per quanto riguarda il mister Luciano Spalletti e Cristiano Giuntoli. Conquistare un titolo è un’impresa straordinaria, soprattutto per la città partenopea che, eccezion fatta per l’era maradoniana, non è abituata a trionfi calcistici. Vincere è sempre difficile, ma confermarsi lo è ancora di più. Ecco perché era necessaria “determinazione” per mettere da parte possibili divergenze con il presidente De Laurentiis, uomo dal carattere forte, e per accettare di lottare nonostante la partenza di alcuni giocatori chiave.
Spalletti, in particolare, non si è sentito di continuare la sfida, temendo che i risultati potessero rovinare una stagione leggendaria. Non stiamo dicendo che abbia sbagliato: il tecnico toscano avrà sempre la stima, l’affetto e la riconoscenza dei tifosi napoletani. Tuttavia, ha avuto la “determinazione” di allenare l’Italia, proprio questa Italia. Eppure sa bene che sarà necessario un enorme lavoro per rimettere le cose in carreggiata, un lavoro che dovrà essere supportato da forze soprannaturali. Pensare che giocatori come Donnarumma, Di Lorenzo, Bastoni, Tonali, Zaccagni, Politano, Immobile e così via non siano in grado di battere la Macedonia è davvero deprimente, pur rispettando Elmas e compagni. In bocca al lupo al CT, che quasi certamente dovrà lavorare più duramente che a Napoli, senza dubbio. Piuttosto che campagna e stivali, sarà una vera sfida. Stivale, per la precisione. Al singolare.