Raspadori saluta Napoli: l’attacco in bilico tra rivoluzioni e illusioni
Giacomo Raspadori è atterrato a Madrid, pronto per le visite mediche e la firma con l’Atletico: un colpo che conferma come il Napoli stia svendendo pezzi pregiati. “Ora il Napoli si ritrova in una strana condizione: la seconda rivoluzione ha viaggiato veloce, ha portato a rinforzare la rosa e ad allungare le rotazioni. Però, a conti fatti, resta l’attacco la grande incognita.” Questa analisi dalla Gazzetta dello Sport colpisce duro, e non senza ragione – stiamo assistendo a una svendita che assomiglia più a un salto nel vuoto che a una strategia geniale.
Con “Raspa e Simeone via dopo Kvara e Osimhen, l’attacco del terzo scudetto praticamente cancellato”, il quadro è desolante: è come se avessimo distrutto l’arma che ci ha fatto sognare lo scorso anno. Spostare un top player “come De Bruyne” – chissà se è un refuso per qualcos’altro – non risolve un bel niente se non abbiamo un piano B credibile; intanto, gli arrivi di Lucca e Lang sembrano pezze inadeguate su una barca che affonda.
Paragonando al passato, nel 2023 il Napoli volava con un attacco letale, ora ci ritroviamo con un gruppo smontato, tipo la Juventus ai tempi delle grandi purghe: errori da non ripetere se vogliamo competere. È ironico pensare che, mentre altri club rinforzano, noi ci accontentiamo di rotazioni generiche – svegliatevi, dirigenza, i tifosi meritano di più di promesse vuote.
Insomma, questa “non priorità” per un nuovo innesto offensivo è una follia che fa arrabbiare: magari presto pagheremo lo scotto in campo, e voi napoletani, dite la vostra – è tempo di discutere sul serio, non di subire in silenzio.