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La lettera del sindaco di Bacoli a Garcia

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Il Sindaco di Bacoli, Josi Gerardo Della Ragione, ha espresso la sua delusione riguardo alla conclusione dell’esperienza del tecnico Garcia sulla panchina del Napoli. La lunga riflessione del Sindaco riflette un senso di amarezza e insoddisfazione per la gestione dell’ex allenatore.

Ti è convenuto, mister? Certo, il denaro non si butta. Soprattutto quando sono milioni di euro. Ma la dignità non dovrebbe avere prezzo. E la professionalità, pure. Ti è convenuto non rassegnare le dimissioni? Mentre mezza squadra ti mandava a quel paese, in diretta mondiale. E nessuno ti difendeva. Nessuno. Ti è convenuto non andare via, da signore?

Mentre esibivi uno spettacolo calcistico penoso. Un gioco inesistente, indecoroso. E mentre trasformavi? Ti è convenuto non farti rispettare? Mentre il presidente ti esautorava di ogni potere. Prima in campo, poi in panchina, poi negli spogliatoi. Ma, più di ogni altra cosa. Ti è convenuto accettare l’incarico, in estate, sapendo di non esserne all’altezza?

Trasformando la squadra Campione d’Italia, in un’armata brancaleone. Impaurita, imborghesita. Senz’anima. Ti è convenuto, mister, dover dire “sì” a tutto? Senza mai importi su nulla. Accettando qualsiasi cosa. Senza mai reagire. Alla stregua di uno zerbino.
Adesso, con pieno merito, sarai sacrificato sull’altare della rabbia popolare, come agnello sacrificale di una situazione surreale. Inimmaginabile scempio.

Che ha molte madri e molti padri. Moltissimi. A partire dalla società, passando per la squadra. Nessuno corre più. Nessuno si sacrifica. Nessuno suda la maglia fino in fondo. E sarà anche difficile giocare in schemi confusionari, con sostituzioni prive di logica. E sarà anche difficile non trovare un leader in panchina.

Ma ciò non può giustificare una così tale sciatteria. Perché, cari calciatori, non dimenticatelo mai. Voi indossate la maglia azzurra. Voi portate il tricolore sul petto. Abbiatene rispetto. Abbiate rispetto per la gente che, nonostante tutto, continua a sostenervi. Non dimenticatelo mai. Voi rappresentate Napoli.

E nessuno vi chiederà mai di vincere, a tutti costi. Ma esigiamo lottiate con ogni vostra forza. Non lo state facendo. Questo fallimento, è anche vostro. Nessuno si senta esente da colpe. ”Ho scelto Garcia, dopo aver selezionato personalmente oltre 40 allenatori”. Ipse dixit, Aurelio. E qualcuno, un giorno, dovrà anche farci l’elenco dei trentanove tecnici peggiori del mister francese. E qualcuno, un giorno, dovrà anche spiegarci come sia stato possibile consegnare i Campioni d’Italia ad un ex allenatore.

Mister, allora. Ti è convenuto? Avevi la possibilità di andare via, a testa alta. Ed invece sarai ricordato come uno tra i peggiori allenatori della storia partenopea. E non mi riferisco alla trama tattica, inesistente. E non mi riferisco alle sostituzioni, inspiegabili. Mi riferisco all’assenza di carattere. Andrai via senza che nessuno abbia capito nulla delle tue scelte. Un caos incontrollato. Anarchia assoluta.

Hai ridotto un popolo così tanto passione, ad accettare l’ennesima sconfitta in casa. Pur di non vederti mai più vestire i colori azzurri.

Adieu, Garcia. Non l’unico colpevole. Ma senza dubbio, il peggiore. Il peggiore, tra i peggiori. Sarai ricordato come colui che accettò di tutto, pur di ottenere un incarico prestigioso. Facendosi calpestare anche la dignità e la professionalità. Pur di accettare un bel po’ di denaro. Ti resteranno i soldi da contare. Ed un’agonia durata fin troppo. Quelli, solo quelli. E nulla più.

E noi? Noi siamo il Napoli. Noi abbiamo il cuore partenopeo. E saremo sempre qui. A sostener la maglia. Che si vinca, o che si perda. Per noi, cambia davvero poco. Sempre qui ci troverete. In piazza, in strada, allo stadio. Perché gli allenatori, passano. Passano i calciatori, passano i presidenti.

Ciò che non passerà mai, è l’amore di questo popolo. Un solo avviso a chi resta. Un ultimo appello. A chi ci resterà ancora per qualche giorno, per la qualche mese. A chi resterà qui negli anni avvenire. Rispettate la maglia azzurra. Onoratela.
Perché noi siamo il Napoli.
Noi siamo Napoli.

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