Lichtsteiner non sceglie tra Conte e Allegri: “Ossessionati dalla vittoria, ma chi preferisco? Impossibile!” #Calcio #Juventus #Allenatori
Stephan Lichtsteiner, ex esterno della Juventus, ha condiviso i suoi pensieri su Massimiliano Allegri e Antonio Conte in un’intervista. Senza peli sulla lingua, l’ex giocatore ha sottolineato i legami personali con i due allenatori, evitando di prendere posizione su chi sia il migliore. È un bel casino dover scegliere tra amici del calcio, ma le sue parole rivelano quanto questi due siano fissati con il vincere, in un modo che fa sembrare il resto del mondo una passeggiata al parco.
“Certo che parlo di Antonio e Max, mi legano a loro ricordi bellissimi. C’è solo una domanda alla quale non risponderà. Ovvero? Chi preferisco tra i due. Voglio bene a entrambi e non posso proprio scegliere”
Lichtsteiner paragona le personalità dei due tecnici, notando come entrambi siano maniaci della vittoria, anche se in modi diversi. Uno è più esplicito, l’altro gioca d’astuzia, ma alla fine, sono due tipi che sanno sempre come girare la chiave per aprire la porta del successo. Niente di politicamente corretto nei loro metodi: uno costruisce come un matto, l’altro gestisce come un vecchio volpone, e tutti quei cliché che girano su di loro sono solo la punta dell’iceberg.
“Conte e Allegri sono accomunati dall’ossessione per la vittoria. Antonio la manifesta, Max la nasconde di più, ma hanno in testa cosa devono fare per vincere. E trovano sempre la chiave. Conte è più costruttore, Allegri più gestore. Ma ho letto e sentito tanti luoghi comuni su di loro. Non sono solo mica quello, hanno tantissime qualità.”
Per Lichtsteiner, un episodio con Conte è emblematico di quanto questi allenatori possano essere duri e inflessibili. Racconta di una partita a Verona dove tutto sembrava filare liscio, ma poi è andata a rotoli, insegnando una lezione che non si scorda facilmente. È roba da vecchio stampo, dove le promesse di vacanza saltano per aria se non si mantiene la concentrazione.
“L’arrabbiatura più grande di Conte? Il terzo anno giocavamo a Verona, avevamo l’obiettivo dei 100 punti. Conte ci aveva già promesso due giorni di vacanza dopo la partita. Dopo venti minuti vincevamo 2-0. Nella ripresa ci addormentiamo e al 94′ il Verona pareggio. Antonio non ci lasciò liberi e ci convoco per la mattina dopo alle 8,30 a Vinovo. Arrivammo li, ci guardo in faccia e ci disse: ‘Adesso potete andare a fare due giorni di vacanza’. Fu una grande lezione”
Alla fine, le storie di Lichtsteiner dipingono un quadro vivido di due allenatori che non lasciano spazio a scuse, in un mondo del calcio dove la vittoria è l’unica cosa che conta, e chi non ce la fa viene lasciato indietro senza troppi complimenti.