Stefano Mauri, ex gloria della Lazio, spiffera i retroscena della galera e dei suoi gol da urlo: un’intervista che fa salire l’adrenalina! #Calcio #Lazio #IntervistaScomoda
Stefano Mauri, ex centrocampista della Lazio, ha condiviso dettagli crudi in un’intervista, dipingendo la sua permanenza in carcere come un’esperienza che forgia il carattere. Con un tono che non lascia spazio ai sentimentalismi, ha spiegato come questo periodo lo abbia reso immune alle paure quotidiane.
Nelle sue parole, “Sì, dopo non ti fa paura più niente. Sei a contatto con persone che col calcio non hanno nulla a che fare, ti senti svuotato”. Questo resoconto, con un velo di cinismo, evidenzia come la reclusione possa sconvolgere la vita di un atleta, riducendolo a un uomo comune.
Parlando delle sue giornate dietro le sbarre, Mauri ha rivelato un’esistenza fatta di routine monotone e frustranti. “A leggere le carte. Erano più di mille pagine, e ancora oggi posso dire di non aver capito tutto.
Leggi di più su
Calcio
Potrebbe interessarti
Moggi: Scudetto al Milan, ma rivorrei la gara col Napoli con rose complete
Napoli-Roma Primavera: 0-0, ma i baby partenopei mettono già in difficoltà i giallorossi fin dall’inizio
Genoa affonda in classifica: inizio da incubo, ma tifosi fedelissimi malgré tutto
Dzemaili avverte Napoli: col Genoa non è una passeggiata, non sottovalutateli!
Quando si tratta del suo gol preferito, Mauri non ha esitazioni, ricordando un momento iconico con una dose di ironia tagliente. “La rovesciata contro il Napoli, 7 aprile 2012, due mesi prima di andare in carcere. Assurdo, ma incredibile. Prendo in giro Radu dicendogli che crossando a casaccio è entrato nella storia”. Questa riflessione mescola trionfo sportivo con l’ombra imminente dei suoi guai.
Infine, nei confronti dei rivali, Mauri si è sempre distinto, specialmente nei derby. “Ai giallorossi ho segnato tre gol. E dopo la squalifica tornai proprio contro la Roma. Nel 2012 De Rossi mi di”. Con questa nota, l’ex giocatore sottolinea la sua resilienza, trasformando le sconfitte in motivi di rivincita sul campo.