sabato, Luglio 27, 2024

Milite: ”Serie A sull’orlo del tracollo, la dura realtà è evidente per tutti. Ronaldo ha portato alla rovina la Juventus”

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“Quando si è finanziariamente incompetenti, si ha l’idea che il denaro non sia mai abbastanza e che debba essere l’unico obiettivo da perseguire”.

Germano Milite, giornalista e direttore di Young, ha fatto il punto sul calcio a livello mondiale. Queste sono le sue dichiarazioni: “Ad alcuni, poco informati su certi temi, potrà sembrare inconcepibile, ma l’eccesso di denaro (troppo veloce) può rappresentare un problema ancora più grave della mancanza di liquidità. Soprattutto se, all’eccesso di denaro/troppo veloce, si aggiungono altre caratteristiche di chi lo riceve: basso livello di istruzione, giovane età e incompetenza finanziaria. Spesso presenti contemporaneamente. Sto parlando, ovviamente, di ciò che sta accadendo da anni nel calcio, credo sia l’unico settore al mondo in cui i dipendenti di un’azienda ricevono stipendi completamente sproporzionati rispetto alla sostenibilità finanziaria. Ronaldo ha portato alla rovina la Juve, nonostante ci dicessero che “si sarebbe pagato da solo con le sole magliette”. Invece no, il portoghese non si è affatto ripagato come si raccontava e, ciò che è successo poi a Torino, è già storia“. 

Inoltre ha aggiunto: “Solo nel calcio, dopo una sola buona stagione, si può chiedere di triplicare un stipendio già milionario, che ovviamente non verrà mai ridotto se si deludono le aspettative. In pratica, è un gioco in cui i calciatori possono solo vincere (ripeto: caso unico al mondo). Solo nel calcio, si vince uno scudetto senza pagare gli stipendi per 6 mesi e non succede nulla. Solo nel calcio, si compra a debito una società quasi fallita e, dopo un anno, ancora non si sa chi possiede tale società, ma comunque si fa mercato. Il cronico indebitamento del settore calcistico ha portato la Serie A sull’orlo del tracollo (e se pensate che questa sia la fine, vi sbagliate) e le altre leghe sono in uno stato di stasi perenne, in cui solo un paio di squadre possono permettersi determinati standard. A parte la Premier League, che a mio parere rappresenta anche una grave distorsione in Europa, nemmeno Germania, Francia e Spagna sembrano esprimere livelli eccelsi. Nessuna di queste leghe è veramente cresciuta e, anzi, si nota una flessione (pensate a cosa hanno rischiato Real e Barcellona)”. 

Inoltre ha proseguito: “Ma quindi i soldi sono troppo pochi, non troppi come dicevo? No, i soldi sono troppi, ma solo per una parte degli attori coinvolti (calciatori e procuratori). L’avidità sfrenata ha via via consumato lo spettacolo e la competizione sportiva, creando delle “isole felici” solo dove i capitali erano infiniti e non legati a logiche di produttività e autofinanziamento. La distorsione di mercato generata ha creato una divisione insormontabile tra alcuni club e il resto delle squadre. E così accade che oggi un ventenne, che potrebbe diventare un milionario potenziale con un futuro brillante, decida di andare in Arabia per guadagnare 50 milioni in tre anni, con un piccolo esercito di seguaci che lo applaudono dicendo: “Faremmo tutti la stessa cosa”. Quando si è finanziariamente incompetenti, si ha l’idea che il denaro non sia mai abbastanza e che debba essere l’unico obiettivo da perseguire. Paradossalmente, è così che si rischia di avere meno denaro e/o di danneggiare altri aspetti cruciali della propria vita, che non si possono comprare (come l’emozione di vincere un titolo prestigioso, ad esempio). Se tutto si riduce a un conformismo avido-capitalista, l’emozione stessa della competizione muore sulla nascita e gli sportivi si trasformano in semplici mercenari: vado dove mi pagano di più, perché 2 Bugatti e due barche non bastano, ne voglio 10. Al punto in cui non si vuole guadagnare di più per migliorare legittimamente la propria qualità di vita, ma solo per accumulare cose che non servono, presi da un materialismo compulsivo incredibilmente puerile”.

Infine ha concluso: “La Serie A, soprattutto per la sua enorme colpa, è diventata solo una lega per lanciare e rilanciare, in cui i migliori restano il minor tempo possibile e non mostrano alcuna gratitudine per chi li scopre e promuove (vale oggi per tutte le squadre). Ma il punto è uno: se vince non chi è bravo a scoprire talenti e promuoverli, ma chi può semplicemente comprarli già “pronti”, dove sta lo sport? Se il Chelsea spende 600 milioni e non si qualifica nemmeno per la Conference League, ma può spendere altri centinaia di milioni l’anno successivo, l’unica differenza è appunto solo finanziaria”.

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