Quando un dirigente fa flop in grande stile, è giusto prendersela solo con lui? #Calcio #DirettoriSportivi #Juventus
Il calcio italiano spesso si tuffa nella facile caccia alle streghe, quando un dirigente non riesce a centrare l’obiettivo. "Giuntoli alla Juve ha fatto male nei suoi unici due anni? Difficile dire diversamente." Una frase che non lascia spazio a dubbi sul giudizio, ma il vero nodo è un altro: quanto peso ha davvero un solo uomo in un meccanismo complesso come quello bianconero?
Il direttore di Young ha lanciato una provocazione che fa riflettere: "Ma è sul serio sua esclusiva colpa?" Difficile negare che dietro ogni fallimento ci sia quasi sempre un insieme di responsabilità, dalle scelte tecniche all’ambiente che circonda l’uomo mercato. Non basta un solo nome per spiegare una disfatta.
La Juventus, icona del calcio italiano, ha mostrato negli ultimi anni una frattura evidente tra aspettative e risultati. Troppo spesso, però, si individua un capro espiatorio, senza analizzare nel dettaglio il contesto e la struttura che muove una squadra di quel calibro.
Il caso specifico di Giuntoli è emblematico, perché pure ammettendo un rendimento deludente, attribuirgli una colpa esclusiva sembra un gioco poco onesto. La verità sta in mezzo, dove realtà, pressioni e scelte condivise si intrecciano in modo indecifrabile, lasciando alle spalle un’unica certezza: colpevoli o no, i tifosi vogliono risultati, e li vogliono subito.