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Mondiali di calcio, il Qatar vieta la vendita di birra negli stadi

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Le autorità del Qatar hanno stabilito che non potrà essere venduta birra negli stadi che ospiteranno il Mondiale di calcio a partire dal 20 novembre prossimo.

La decisione è giunta oggi, a due giorni dall’inizio della competizione sportiva, ed è stata confermata dalla FIFA in un comunicato in cui ha affermato: “A seguito delle discussioni tra le autorità del Paese ospitante e la FIFA, è stata presa la decisione di concentrare la vendita di bevande alcoliche nel Fifa Fan Festival, in altre destinazioni per i tifosi e in luoghi autorizzati, rimuovendo i punti vendita di birra dai perimetri dello stadio della Coppa del mondo Fifa 2022″.

Niente birra negli stadi in Qatar: venduta solo quella analcolica

Bud Zero, una birra analcolica, sarà invece disponibile, ha precisato FIFA. Champagne, vino, whisky e altri alcolici saranno ancora serviti in lussuose aree delle arene, dove, però, sono pochi i titolari di biglietto che vi hanno accesso. In realtà, quando Doha si è offerta per ospitare il torneo, aveva accettato i requisiti della FIFA, tra cui la vendita di alcolici negli stadi, ma i dettagli sulla questione sono stati rilasciati solo a settembre, undici settimane prima del primo calcio d’inizio, il che suggerisce possibili difficoltà nei negoziati.

Niente birra ai Mondiali, duro colpo per lo sponsor Budweiser

Oltre ad essere un duro colpo per Budweiser, che ha sponsorizzato i Mondiali con un accordo da 75 milioni di dollari, la mossa dell’ultimo minuto ha messo in luce una delle molteplici questioni sollevate nel corso dell’organizzazione dell’evento sportivo, ospitato per la prima volta in Medio Oriente, oltre che in un Paese musulmano conservatore, dove la vendita di alcolici è fortemente limitata.

Come evidenzia il “New York Times”, la decisione solleva interrogativi anche sull’effettivo controllo di FIFA sull’evento, dopo che per anni la stessa Federazione è stata bersaglio di critiche da parte di chi si è opposto a tenere in Mondiali in un Paese come il Qatar. Il timore è che l’ente calcistico possa piegarsi anche in merito ad altre promesse fatte da Doha contrarie alle leggi e ai costumi locali, tra cui questioni come la libertà di stampa, le proteste di strada e i diritti dei visitatori Lgbtq+.

Ronan Evain, direttore esecutivo del gruppo di tifosi Football Supporters Europe, ha definito la decisione di vietare la vendita di birra negli stadi in Qatar “estremamente preoccupante”. “A 48 ore dall’inizio, siamo chiaramente entrati in un territorio pericoloso, dove le ‘garanzie’ non contano più”, ha affermato.

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