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Pastore: ”Sentito Garcia? Ha detto di chi è la colpa e vuole anche convincerci”

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Rosario Pastore, giornalista, ha analizzato il mezzo passo falso del Napoli in Champions League contro l’Union Berlino.

Rosario Pastore, giornalista, ha commentato il pareggio del Napoli contro l’Union Berlino in Champions League. Queste le sue parole: “Ricapitoliamo. Una squadra con un sacco di problemi si trova a giocare una partita di Champions contro l’ultima in classifica del girone. In un modo o nell’altro, va in vantaggio.

Il primo tempo finisce 1-0. Probabile che la guida carismatica di questa squadra raccomandi, nell’intervallo, di mettere al sicuro il risultato, ché non si può mai sapere. E’ vero, si sa che l’avversario è mediocre e reduce da dodici, diconsi dodici, sconfitte consecutive e che non segna un kaiser di gol da cinque gare.

Inoltre, che la sola arma in suo possesso è il contropiede, condotto sulla velocità, come dev’essere. Ma, meglio pararsi il deretano, bisogna assolutamente cercare il secondo gol. E così succede che quelli che stanno in qualche modo vincendo si gettino all’arrembaggio, uomini del formaggio e, sui corner, si portino praticamente tutti in area avversaria, tranne Lobotka e Mario Rui. Succede che un rimpallo favorisca gli altri.

E che due velocissimi attaccanti avversari si producano in quello che sanno fare meglio. Ovvero in quel contropiede che ricordavo prima. E che, vanamente inseguiti dai due derelitti rimasti avanzatissimi, anch’essi nella trequarti tedesca, si presentino davanti a Meret e, quasi indisturbati, segnino la rete del pareggio.

Poi ha aggiunto: “Una mazzata che sarà decisiva. Perché si vede subito che non ci sono le armi per riportarsi di nuovo davanti. E pure manca una quarantina di minuti alla fine, potendo, volendo, giocando si potrebbe. Me se non puoi, anche se in qualche modo vuoi, e se non giochi, addio mia bella Napoli.

Ed eccoci qua, a parlare di nuovo di una squadra lenta, noiosa, senza ispirazione. Eccoci a seguire nuovamente prestazioni mediocri, anche da parte di chi ti stava abituando bene, vedi Raspadori; di chi da troppo tempo è in debito di condizione ottimale come, ahinoi, Di Lorenzo e Anguissa; di chi dall’inizio della stagione ha rendimenti altalenanti, come Rahmani o Rui. O, purtroppo, Kvara. E ti aspetti disperatamente che da quel tizio che siede in panchina arrivi un suggerimento, un’ispirazione. Ma, oltre ad un Cholito anch’egli poco brillare, ecco le due carte magiche: Lindstrom dopo l’80’ e Cajuste addirittura al recupero”.

Infine ha concluso: “E resta negli occhi il desolante spettacolo offerto da un manipolo di ex eroi olimpici che rischiano addirittura un altro paio di micidiali contropiede. Poi ascolti le parole del responsabile della panchina e ti incazzi ancora di più, perché vuole convincerti che quello appena visto è il massimo che c’è e che è stata tutta colpa del destino cinico e baro.

Ma va bene così, no? Possiamo anche qualificarci in Champions (caragrazia che i madridisti abbiano sonoramente battuto i portoghesi: al secondo posto ci si può arrivare). E in campionato, in classifica siamo quarti, ovvero nei benedetti limiti che la società ha chiesto al tecnico. Perciò la risposta è: sì, va tutto ben, madama la marchesa. Come ha osservato acutamente un caro e bravo collega, Mimmo Malfitano, la società impone e poiché, appunto, lo impone la società, l’ambiente approva. Naturalmente. E al diavolo chi non la pensa allo stesso modo”.

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