Pistocchi analizza Milan-Napoli: favorite nascoste e vecchie rivalità #SerieA #Napoli #Milan #CalcioItaliano
Maurizio Pistocchi, con la sua solita schiettezza, ha sezionato la sfida tra Milan e Napoli, evidenziando come i risultati non raccontino tutta la storia delle prestazioni in campo. Partendo dal Napoli, che guida la classifica a punteggio pieno, emergono però dei problemi nel gioco che non possono essere ignorati.
“I risultati spesso non dicono tutto delle prestazioni delle squadre. Partiamo prima dal Napoli che si trova in testa a punteggio pieno, ma ha avuto delle problematiche non piccole nel gioco. Soprattutto sembra quasi, come già era successo a Conte all’Inter con Eriksen, che De Bruyne sia ancora un corpo estraneo a questa squadra. E’ un giocatore che deve stare nel vivo del gioco e giocare molti palloni, quindi stare 20 metri più dietro. Il Napoli, però, ha dimostrato una solidità difensiva che la pongono come favorita del campionato. Nonostante quello che dice Conte sul mercato.”
Il discorso si sposta sul Milan, che secondo Pistocchi non ha subìto grossi cambiamenti. Riferendosi al setup tattico, sottolinea come il 3-5-2, ereditato da epoche passate, lasci ancora troppa libertà a certi giocatori, un lusso che gli avversari hanno concesso con troppa facilità.
“Il Milan non è tanto cambiato. Il 3-5-2 di Allegri molto difensivo le posizioni dei giocatori sono più o meno quelle dell’anno scorso e con una libertà che tutti gli avversari hanno concesso a Modric che sono state fondamentali. Credo che Conte non lo lascerà tanto libero, metterà qualcuno a pressione. Forse potrebbe essere McTominay a fare quel lavoro, abbassando De Bruyne più indietro, lo scozzese potrebbe essere l’uomo chiave del match.”
Infine, Pistocchi accende i riflettori sulla tensione tra gli allenatori, con la partita che diventa un vero banco di prova per il Milan. La rivalità personale aggiunge pepe alla sfida, influenzando scelte e strategie in modo evidente.
“Domani sarà un metro di confronto per il Milan molto importante, anche perché tra i due allenatori non corre buon sangue. Tanto è vero che Conte è rimasto a Napoli perché De Laurentiis aveva già contrattualizzato Allegri e lui, come era già successo già alla Juventus, non voleva lasciare la sua squadra nelle mani di chi lui considera uno che ha rivisitato il suo lavoro”.