I preliminari di Champions infiammano l’Europa: sorprese e conferme che fanno riflettere
I preliminari di Champions League non deludono mai, con colpi di scena che tengono incollati gli appassionati: Bruges si conferma una sorpresa di lusso, sbattendo fuori il Salisburgo con un 3-2 che ribalta tutto, per un complessivo 4-2. Questa vittoria, forgiata nella ripresa con tre gol letali, ricorda come il calcio punisca chi si rilassa troppo presto – una lezione che anche noi partenopei dovremmo tenere a mente.
Ma che dire di Ferencvaros, che travolge il Ludogorets con un netto 3-0? Gli ungheresi non hanno lasciato scampo, dominando come una squadra affamata: Varga e Szalai hanno segnato il passo, e se il Napoli vuole tornare ai livelli top, deve imparare da queste prestazioni chirurgiche, non dal nostro recente teatrino di alti e bassi. Ironico come gli “underdog” europei ci facciano quasi invidia, mentre noi ci arrabattiamo in Serie A.
Poi c’è Benfica, che blinda il turno con un 2-0 sul Nizza grazie ai gol di Aursnes e Schjelderup: “blinda il turno successivo”, come recita la fonte, e fa bene, perché in Europa non si scherza. Paragonandolo al passato del Napoli, mi sa di quei tempi in cui De Laurentiis ci portava ai gironi con colpi da maestro – oggi, invece, sembriamo più brancolanti. Stella Rossa, invece, resiste al pareggio 1-1 con il Lech e ora sfida José Mourinho al Fenerbahce: le “Aquile” hanno tenuto botta nonostante l’inferiorità numerica, un mix di grinta e fortuna che fa pensare a come il nostro Napoli debba ritrovare quell’anima battagliera.
Criticamente, squadre come Bruges e Ferencvaros dimostrano che non serve un budget da sceicchi per avanzare: basta organizzazione, e qui il paragone con certi club italiani – incluso il nostro – è spietato, perché noi sprecamo talenti per poi inciampare nei preliminari. Ai tifosi veri dico: svegliamoci, o finirà che tifiamo per gli outsider europei più che per noi.
In sintesi, questi risultati accendono discussioni: il Napoli deve ispirarsi a queste favole moderne o rischiare di restare a guardare? Con le qualificazioni come Slovan e altri, l’Europa è più aperta che mai – ma per noi, è ora di smetterla con le scuse.