Sorpresa nelle formazioni di Cagliari-Inter: Chivu esclude i big per una scelta da pazzi, Pisacane torna al passato! #SerieA #Cagliari #Inter #FormazioniUfficiali
Le formazioni ufficiali per la sfida tra Cagliari e Inter alla Unipol Domus, valida per la quinta giornata di Serie A, hanno creato non poco scompiglio. Cristian Chivu, evidentemente con un umore da lasciare a casa i suoi pezzi da novanta, ha escluso a sorpresa diversi big: fuori Sommer, con Josep Martinez a prendere il suo posto – chissà se per un capriccio o per un piano geniale – e De Vrij che rimpiazza Acerbi in difesa, mentre sulle fasce Luis Henrique e Carlos Augusto scalzano Dumfries e Dimarco. Dall’altra parte, il Cagliari di Pisacane non è da meno nel suo mix di mosse discutibili, tornando al 3-5-2 e inserendo Zè Pedro nelle retrovie, confermando Folorunsho in mediana e affidandosi al tandem Esposito-Belotti in attacco, come se volessero sfidare la sorte con scelte che odorano di azzardo.
Ecco i dettagli delle formazioni, che parlano da sole per quanto sono inaspettate. Per i rossoblù, il modulo 3-5-2 vede Caprile in porta, con Zè Pedro, Mina e Luperto a formare la linea difensiva; a centrocampo, Palestra, Adopo, Deiola, Folorunsho e Obert si dispongono per coprire il campo, mentre Belotti e Se. Esposito guidano l’attacco. Pisacane, in panchina, sembra aver optato per un approccio che potremmo definire “rischio calcolato” – o forse no.
Sul fronte nerazzurro, sempre con il 3-5-2, Jo. Martinez è tra i pali al posto del titolare, protetto da Akanji, De Vrij e Bastoni in difesa; le fasce sono affidate a Luis Henrique, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan e Carlos Augusto, con Thuram e Lautaro Martinez pronti a fare male davanti. Chivu, l’allenatore, ha chiaramente deciso di mescolare le carte, forse per scuotere la squadra o solo per un colpo di testa – in fondo, nel calcio, chi non ama un po’ di caos?
Queste scelte potrebbero cambiare le sorti della partita, con esclusioni che fanno discutere e formazioni che mettono alla prova i nervi di tutti, dimostrando che nel calcio d’oggi, non c’è spazio per i sentimentalismi.