lunedì, Aprile 29, 2024

Calcagno (Aic): “Salute dei giocatori va tutelata, si gioca troppo. No alla Serie A a 18 squadre”

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“Da anni stiamo segnalando il problema delle troppe partite e dei numerosi viaggi. Dovrebbe esserci un consenso comune su questo tema anziché uno scontro. La tutela della salute dei calciatori è fondamentale per mantenere la qualità del nostro prodotto calcistico. Le preoccupazioni aumentano se consideriamo il calendario del 2025, con il Mondiale per Club che costringerà i giocatori a un ritmo incessante. Non possiamo accettare che i migliori talenti del mondo siano costretti a giocare continuamente. È ormai evidente che i giocatori di alto livello non possono sostenere un carico di 70 partite ad alto livello”. Lo dice il presidente dell’Aic, Umberto Calcagno, a ‘La Politica nel Pallone’ su Gr Parlamento.

“Il problema del calendario deve essere affrontato a livello internazionale e non solo domestico. Nessuno vuole ostacolare nuove competizioni o limitare gli introiti del sistema, ma è cruciale trovare un equilibrio che garantisca la tutela della salute dei grandi campioni. La discussione su eventuali cambiamenti nel formato del campionato, come playoff o playout, richiede un dialogo con Spagna, Inghilterra, UEFA e FIFA. La priorità è la salute del calciatore e una redistribuzione equa delle risorse. C’è il timore che si crei un divario troppo ampio tra le grandi squadre e le altre.”

“Quanto alla proposta di ridurre la Serie A a 18 squadre, siamo contrari. Prima di tutto, dovremmo concentrarci su nuove regole per l’iscrizione al campionato e su controlli più rigorosi. Stiamo assistendo a un accumulo di debiti, e dobbiamo garantire che le società non siano costrette a utilizzare strumenti che generano squilibri finanziari. La priorità è il risanamento finanziario e una migliore redistribuzione delle risorse.”

“Riguardo alle 100 squadre professionistiche, la situazione deve essere valutata con attenzione. La focalizzazione su queste realtà potrebbe essere fuorviante, dato che le 60 squadre di Serie C generano un debito complessivo inferiore a quello di una singola squadra di Serie A e questo aspetto va considerato attentamente.”

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