La febbre sale per Milan-Napoli: Allegri sotto pressione, mentre Napoli naviga sereno #SerieA #MilanNapoli #Calcio
Il giornalista Umberto Chiariello ha offerto il suo consueto “Punto Chiaro” durante un intervento su Radio CRC, analizzando con un tocco di irriverenza la crescente tensione attorno alla partita Milan-Napoli. In un mondo del calcio dove le critiche volano come palloni sgonfi, Chiariello non si tira indietro nel puntare il dito su allenatori e opinioni, mescolando insight con un po’ di sarcasmo che fa storcere il naso ai politically correct.
“Più si avvicina alla partita di San Siro e più c’è la tensione che sale da parte del tifo e come al solito è come il caffè. La caffettiera comincia a andare in ebollizione e tu senti del caffè che sale nel beccuccio e si diffonde l’aroma. Milan-Napoli è chiaramente una partita di cartello con Allegri che vuole tornare ad essere considerato un allenatore vincente. Negli ultimi anni è stato tanto criticato alla Juventus per essere diventato un allenatore che si limitasse ad arrivare in Champions, che non lottasse più per il vertice, che proponesse un calcio antico, un calcio superato. Critiche che ha ricevuto da sedicenti opinionisti o opinionisti reali, a seconda se vi piacciono meno Adani, Cassano e compagnia bella, scelta vostra assolutamente insindacabile.”
“Però quando è stato il momento di operare una scelta netta, il Milan si è fiondato su Allegri, ma non solo. Lo ha fatto preventivamente rispetto all’Inter, che aveva individuato in Allegri l’eventuale successore di Inzaghi e si è trovata con palmo di naso perché poi Inzaghi ha mollato e l’Inter non aveva più la prima scelta che pensava di poter tenere naftalina perché Allegri è tornato al Milan, dove era partita la sua grande avventura ai vertici dopo il folgorante esordio col Cagliari. L’Inter poi ha virato su un allenatore che se fosse andato all’Inter io oggi penserei che l’Inter sia la stragrande favorita, perché un’Inter allenata da Cesc Fabregas mi spaventerebbe molto. Considero Fabregas il migliore tra tutti gli emergenti, uno destinato a una carriera straordinaria. Poi sapete nel calcio è così, tu prevedi una cosa e ne avviene un’altra. Uomini che sembrano destinati a grandi cose si perdono. Ci sono talenti incredibili. Noi tutti ricordiamo il grande talento di Vialli e per carità è stato un grande giocatore, ma ce n’era uno la Cremonese che valeva tre volte Vialli ed era Chiorri che l’aveva preso la Sampdoria. Chiunque parla di Chiorri che l’ha conosciuto, dice un talento smisurato, non è arrivato da nessuna parte. Si è perso per strada come tanti e altri che invece non penseresti mai che potrebbero arrivare a certi livelli ci arrivano e come. Perché la vita di un calciatore in particolare e di una squadra non è soggetta a regole precise. Ti sposi, ti nascono dei figli, hai una vita serena, oppure giri la notte, c’è una fidanzata che ti mette in difficoltà, che ti lascia, che ti mette le corna. Sono giovani, ci sono questi fatti, esistono, non possiamo non tenerne conto. E tu non c’hai la testa, sei preoccupato, hai problemi in casa, un genitore che sta male. Come facciamo noi a poter dire in maniera automatica questo è dotato, diventerà un campione? Facciamo una previsione, ma al buio di tutte le ipotesi che ci possono essere attorno a questa monade, che è questo mondo calcistico di un calciatore XY. Dovremmo ragionare con l’ipotesi, come fanno gli economisti, quelli seri analitici, del Ceteris Paribus. Fermo restando le cose, così stando le cose, muoviamo una leva alla volta e vediamo come lo scenario si modifica. Nel caso di un calciatore tu hai una derivata impazzita, perché si muovono talmente tante leve in contemporanea, tante variabili in contemporanea, che il futuro di un giocatore tu non puoi prevederlo se non guardando nelle enormi qualità che esprime sul campo di gioco. Per cui oggi dici che Yildiz e Nico Paz sono dei predestinati a essere fuoriclasse del futuro. Fra 3 anni uno di questi due si perde e ridicolizzare chi lo ha detto è uno sport da persone piccole e becere, specialmente poi quando parliamo dei ragazzini. Ragazzini destinati a grandi cose se ne vedono tanti e poi molti si perdono per strada.”
La partita non è solo un match, ma un banco di prova per il Milan, con Chiariello che non risparmia frecciate sui dubbi che avvolgono la squadra. In un calcio dove i tifosi napoletani appaiono finalmente rilassati, il confronto evidenzia le incertezze milaniste, tra infortuni e interrogativi su stelle come Modric.
“Milan-Napoli è una partita molto sentita, ma per una volta tanto non è sentita dai napoletani quanto è sentita dai milanisti. Perché i napoletani oggi si godono quelli seri, quelli che non stanno sempre su piede di guerra, quelli che non stanno sempre a dire tutto sbagliato, tutto da rifare, che hanno sempre qualcosa da cui prendere distanza o recriminare, ma quelli lasciamoli perdere. Oggi il popolo novato è un popolo orgoglioso, perfino sereno per certi aspetti. Come serena e composta è stata l’esultanza al quarto scudetto, nonostante le note thrilling della penultima di campionato, quando c’è stato l’incrocio Inter-Lazio e Parma-Napoli. Beh, quella è una di quelle giornate che ne vale 20, che è durata un’eternità e che ha dato la svolta al campionato, fortunatamente per il Napoli favorevole agli azzurri. Oggi, per dire, questo ricordo viene attualizzato all’interno del film “Again”, che sta avendo un grande successo nelle sale, tant’è vero che è primo per incassi. Sta andando molto bene. Il popolo napoletano in questo momento è sereno. C’è una grande squadra, c’è un grandissimo allenatore, c’è una grande società. Il Napoli si può anche permettere il lusso di qualche piccolo passo falso. Il Napoli c’è e ci sarà. Non è un work in progress, checché Conte dica che non ha la rosa rodata rispetto ad altri, ma quella è strategia gesuita, come l’ha definita il grande Garlando della Gazzetta. Il Milan, no, il Milan è un working progress, è una strada che si sta facendo per strada, man mano, con tanti interrogativi. Reggerà Modric 30 38 partite con i suoi 40 anni, avendo una sola competizione a settimana? È un interrogativo fondamentale. Gimenez sarà in grado di reggere il peso dell’attacco del Milan o dovrà reinventarsi Leao centravanti con Pulisic a sinistra? È un altro interrogativo grosso. Il Milan gioca praticamente senza terzini. Può sopportare questa pecca per tutta la stagione? A centrocampo non ci sono troppi doppioni. Fofana, Loftus-Cheek, Ricci, Jashari, Modric, tre per un ruolo, uno si è rotto. Ha la qualità sufficiente? Rabiot saprà calmare i suoi bollenti istinti e lavorare per il gruppo e per la squadra, anche lui non più giovanissimo ed essendo un grande nome?”
“Questi interrogativi il Milan li deve ovviamente affrontare, risolvere. Non c’è medicina migliore che le vittorie. Quindi per il Milan battere il Napoli in questo momento non è una tesi di laurea, ma è un esame propedeutico affinché si possa arrivare alla laurea. E ne ha un altro subito dopo altrettanto probante Juve-Milan. Ponete che il Milan perde queste due partite, il progetto Allegri muore all’alba. Il Milan sarebbe con sei giornate di campionato, una squadra con già tre sconfitte sul groppone e altro che lotta per lo scudetto, si parlerebbe di crisi! Il Milan le pareggia tutti e due, non cambia, non mette un lento pede, è un andamento lento che non porta grandi entusiasmi, ma comunque mantiene una sua solidità. Il Milan ne pareggia una, ne perde un’altra: è una tragedia uguale. Il Milan ne vince una, ne pareggia un’altra: è un Milan che lotta per alte ambizioni. Il Milan che le vince tutte e due: squilli di tromba, è tornato il Milan da scudetto! Ma qual è il Milan? Sarà il Napoli a farci capire qual è il Milan. Perché il Napoli con la sua identità, con la sua forza, con la sua cattiveria agonistica, con la sua mentalizzazione di stile contiano, anche se cambia la coppia di centrali per ennesima volta. Vale a dire Beukema e Juan Jesus, cioè le seconde linee, le alternative ai due titolari Raahmani e Buongiorno, mantiene comunque sulla carta una buonissima tenuta difensiva.”
“Il Napoli può e deve dimostrare al Milan cosa significa una squadra che ha delle certezze rispetto a una squadra che chiede cerca certezze, perché di fondo l’unica vera innovazione di quest’anno si chiama KDB Kevin de Bruyne, che è un’innovazione al di là di Beukema al posto di quelli. Sono ricambi dovuti a infortuni, a squalifiche eccetera. Con lo Sporting vedremo Spinazzola a destra, Olivera a sinistra, ma KDB cambia il modo di giocare del Napoli, lo schema tattico di giocare del Napoli. Perfino la strategia di gioco, perché è quell’uomo che può fare la differenza. Dici Modric già la fa, ma Modric è stato calato nel cuore del Milan nel ruolo suo, che è quello di regista. Anche se al Madrid non faceva il regista centrale, ma giocava di fianco un regista di nerbo, prima Casemiro e poi Tchouaméni. In realtà il grande regista per anni con cui ha fatto coppia era Tony Kross, che era un giocatore straordinario. Nel Milan ci gioca lui con Fofana gli dà una mano sul piano fisico. Sarà in grado di reggere il peso di una squadra a 40 anni nonostante sia un po’ di classe meraviglioso? Kevin De Bruyne invece, che ne ha ben 6 anni di meno, che a quell’età è un’era geologica direi, deve ancora trovare la sua collocazione in campo precisa. In un centrocampo liquido, senza ruoli predefiniti, è lui che si deve saper muovere con la sua intelligenza tattica e con la sua sapienza tecnica. Lo stiamo aspettando, ma dobbiamo farlo serenamente, fiduciosamente, perché col Sassuolo e con la Fiorentina ha mostrado buone cose, col Cagliari e con il Pisa un po’ meno. Ma certo ancora non fa la differenza come può e come deve. Se si accende De Bruyne, probabilmente si accende anche Hojlund e allora si spengono le luci a San Siro”.
Alla fine, è il Napoli che potrebbe dettare il ritmo, mostrando una solidità che il Milan ancora insegue, in un calcio dove le certezze valgono più di mille dubbi. Con partite come questa, il campionato promette di essere un rollercoaster di emozioni, dove solo il tempo dirà chi resta in piedi.