Garcia trova un pareggio quasi inaspettato grazie ai cambi e all’orgoglio dei campioni d’Italia. Il paradosso è che avrebbe potuto anche vincere nel finale.
Per circa 70 minuti, a Marassi, non si vede nemmeno l’ombra del Napoli campione d’Italia. Il Genoa di Alberto Gilardino, schierato con un ordinatissimo 4-4-2 per mettere in difficoltà i partenopei con linee strettissime – rigorosamente all’italiana – accompagnate da trame fitte e veloci in ripartenza, trova il vantaggio al 40′ con un colpo di testa di Bani: c’è una spinta su Anguissa, ma prima del calcio d’angolo l’arbitro Fabbri avrebbe dovuto fermare il gioco e far ripetere l’esecuzione dalla bandierina. Al 56′, con i partenopei ancora confusi e alla ricerca di soluzioni in fase di impostazione e di spazi negli ultimi 30 metri, arriva il raddoppio dei liguri firmato da Retegui. Quando tutto sembra ormai perduto, Garcia, allenatore degli ospiti, decide finalmente di correre ai ripari: dentro Raspadori per Anguissa e Olivera per Mario Rui.
La svolta arriva a metà del secondo tempo con l’ingresso di Cajuste. Il nazionale svedese serve a Raspadori il pallone dell’1-2, con Giacomino abile nel controllo di destro e nel tiro di sinistro che fulmina Martinez: al 76′ è 2-1. Gli azzurri attaccano senza sosta e all’85’ Politano pareggia: delizioso l’assist di Zielinski per l’esterno della nazionale italiana che infila di sinistro sotto la traversa. L’ultima occasione è per il Genoa, ma Thorsby non riesce a raggiungere il cross nell’area piccola di Gudmundsson. Garcia, invece, sostituisce Kvaratskhelia nei minuti finali (che incredulo) per inserire Raspadori. Incomprensibile. Queste sono le pagelle di Areanapoli.it.
Meret: 6 –. Attento e reattivo, si distende su una velenosa conclusione di Retegui che gli rimbalza davanti. Nell’occasione del gol del raddoppio non è né efficace né fortunato quando decide di uscire e si scontra con Ostigard.
Di Lorenzo: 6 +. Instancabile in entrambe le direzioni del campo e sfiora anche il gol. Quando il Napoli si disorganizza, è uno dei pochi a mantenere alto lo spirito di squadra e la lucidità, nonostante Elmas fuori posizione sulla sua fascia.
Ostigard: 5,5. Garcia lo schiera accanto a Juan Jesus e si fa valere nel gioco aereo, ma lo scontro con Meret che porta al gol di Retegui, che vale il 2-0, è troppo pesante. Non convince del tutto, ma non è interamente colpa sua: la sintonia con i compagni si sviluppa giocando insieme.
Juan Jesus: 5-. Mentre aspettiamo di vedere Natan all’opera, Juan Jesus prende il posto di Kim. E, spiace dirlo, non è proprio la stessa cosa. Ha molte responsabilità sul gol di Bani e soffre quando c’è spazio libero davanti a lui.
Mario Rui: 5. Alcuni cross ben assestati, ma poco di più oltre a un lavoro senza punti di forza. Da lui ci aspettiamo molto di più. Dal 58′ Olivera: 6. Più combattivo del compagno e offre un contributo costante anche in fase di attacco, ma ovviamente non ha gli stessi piedi delicati del portoghese.
Anguissa: 4,5. Un’iniziale brillantezza che fa ben sperare, sembra avere l’agilità dei suoi bei tempi. Poi improvvisamente scompare: perde duelli, crea spazi e non collega le giocate. Dal 58′ Raspadori: 7,5. Carica la squadra sulle spalle e si fa valere in tutti i reparti. Il gol è un concentrato di potenza e precisione: uno sparo spaventoso. Avrebbe meritato più minuti.
Lobotka: 6. Non è più il regista apprezzato dell’anno scorso, ma combatte e legge il gioco con grande qualità. Al 20′ diventa un difensore aggiunto e salva il Napoli. A tratti sembra cercare orizzonti che non sono più visibili. Dal 74 Cajuste: 6,5. Un po’ confuso all’inizio, poi crea trame per Raspadori e dà il via all’azione che porta al pareggio. C’è anche un cartellino giallo evitabile (fallosc tattico), ma nel complesso è determinante.
Zielinski: 7-. Una prestazione a due facce: nella prima parte cerca la posizione e a volte fatica. Nella seconda metà del secondo tempo prende in mano le redini e, grazie anche al cambio di modulo, inizia a dominare. Splendido l’assist per Politano.
Elmas: 5. Fuori ruolo come esterno destro. Dopo 13 secondi prende un cartellino giallo (entrata violenta su Gudmundsson) che chiaramente lo condiziona. Qualche buona accelerazione, ma senza sbocchi o genialità. Dal 46′ Politano: 7,5. Entra in campo e accende l’attacco grazie ai suoi inserimenti. Il tiro di sinistro con cui segna il gol del pareggio è fantastico.
Osimhen: 5,5. Poco e male servito, spesso lasciato solo, ma nonostante alcuni guizzi personali non riesce a imporsi. Dragusin e compagni riescono a controllare facilmente il nigeriano non del tutto in forma.
Kvaratskhelia: 5,5. Alcuni dribbling promettenti in un contesto a tratti decrescente. Svanisce man mano che passano i minuti e si limita a giocare in solitaria come Osimhen. All’89 Zerbin: sv. La scelta di Garcia nel sostituirlo non si capisce. Il gesto di disapprovazione di Khvicha verso la panchina è da evitare sempre, e soprattutto in un momento come questo.
All. Garcia: 5,5. 70 minuti di nulla o quasi, con molta confusione, poi una reazione d’orgoglio più che intuizioni. Cajuste, Politano e Raspadori entrano dalla panchina e accendono la squadra. Jack e Matteo lo salvano da un “dramma” e da polemiche infinite che comunque sono già scoppiate. Con uno sforzo in più e senza concedere spazio agli avversari, il Napoli avrebbe potuto vincere senza patemi contro una buona squadra come il Genoa, che però, tutto sommato, è nettamente inferiore ai partenopei. La sostituzione Kvaratskhelia-Zerbin alla fine, ignorando Lindstrom, è un enigma difficile da risolvere.
10 ai tifosi del Napoli che continuano a viaggiare per sostenere i campioni d’Italia a prescindere dal risultato. A Marassi un altro spettacolo.