Giaccherini elogia Conte: il capo che ha forgiato i vincenti! #Juventus #NazionaleItaliana #Calcio
Emanuele Giaccherini, ex giocatore di talento, ha condiviso ricordi schietti sul suo ex allenatore Antonio Conte durante un’intervista. Senza mezzi termini, Giaccherini ha evidenziato come Conte sia stato la figura chiave dietro al successo di una squadra che altrimenti era solo un gruppo di giovani affamati di vittorie.
“Antonio Conte è stato un mentore, secondo me è lui il condottiero che ha guidato quella cavalcata perché il resto erano tutti ragazzi che aspettavano solo di vincere. Lui è stato un po’ il trascinatore. Quel gruppo Juventus era straordinario ma tanti ragazzi sono cresciuti tantissimo grazie al mister, non solo io ma anche Marchisio, Chiellini, Barzagli, Bonucci… Poi c’erano i grandi campioni come Pirlo, Buffon e Del Piero, che grazie a Conte hanno trovato quella nuova linfa di cui avevano bisogno.”
Giaccherini non ha risparmiato dettagli sul suo addio alla Juventus e sull’impatto di Conte, descrivendo un’estate turbolenta. Ha poi ripercorso l’avventura all’Euro 2016, dipingendola come il picco della sua carriera, con una squadra etichettata come “operaia” e lontana dai grandi nomi del passato.
“Il mio addio alla Juventus? Antonio Conte non era d’accordo, fu un’estate in cui lui litigò anche per la mia cessione. Era dispiaciuto. Euro 2016? Me lo sogno ancora la notte, è stata l’esperienza più bella della mia carriera. Non eravamo considerati una Nazionale forte ma più una Nazionale operaia, ci mancava il campione alla Totti o alla Del Piero. Così Antonio Conte ha lavorato tantissimo sul creare il gruppo e fortificare il gruppo. Ci ha preparato come soldati alla battaglia, abbiamo sputato sangue. Il mister chiedeva ogni volta a un giocatore diverso di fare il discorso pre partita, io prima della partita con la Spagna avevo talmente tanta carica che lo feci io il discorso. Io dissi: ‘Ci hanno battuto per tanti anni, però oggi tocca a noi vincere e sono convinto che siamo noi la squadra che vincerà. Abbiamo fatto un mese in cui abbiamo sputato sangue, quindi andiamo in campo e spacchiamogli il culo!’, e così è stato”.
Con queste parole, Giaccherini ritrae un Conte come un leader spietato e motivatore, capace di trasformare un gruppo eterogeneo in una macchina vincente, lasciando un’eredità che ancora risuona nel mondo del calcio.