La Var ha reso il calcio troppo tossico per la buona fede. Questo è ciò che sostiene un articolo pubblicato recentemente su The Guardian. L’articolo esamina il fallimento del sistema di assistenza video arbitrale (Var) nel calcio e sostiene che la crescente rabbia e frustrazione nel mondo del calcio sono diventate endemiche a causa della Var.
L’articolo descrive come la rabbia sia sempre stata presente nel calcio, ma sostiene che la Var l’abbia amplificata e resa più tossica. Invece di utilizzare la rabbia come una forma di motivazione o come una giusta reazione a situazioni ingiuste, la Var ha portato i fan a bestemmiare per ogni fuorigioco o decisione controversa.
L’autore sostiene che la soluzione potrebbe essere quella di eliminare la Var completamente. Secondo lui, le continue polemiche e battibecchi sono dannosi per il calcio e hanno portato via quella piccola scintilla di gioia che ha reso il calcio così amato da milioni di persone in tutto il mondo.
L’articolo evidenzia anche come la Var abbia ridotto la fiducia nel gioco. I fan sono diventati sempre più scettici riguardo alle decisioni degli arbitri, sapendo che ogni singola azione può essere analizzata e rivista attraverso il sistema di assistenza video. Questo ha portato ad una mancanza di fiducia e ha reso il calcio un ambiente tossico per la buona fede.
In conclusione, l’autore sottolinea che è necessario fare un passo indietro e considerare gli effetti negativi della Var sul calcio. Eliminare il sistema potrebbe essere la migliore soluzione per ripristinare la gioia e la buona fede nel gioco. Il calcio dovrebbe essere uno sport divertente e appassionante, e non un ambiente tossico dominato dalla rabbia e dalla frustrazione.La Var nel calcio: una fonte di rabbia inarrestabile
La Var, acronimo di Video Assistant Referee, ha suscitato un’ondata di rabbia e frustrazione tra i tifosi di calcio di tutto il mondo. In un recente articolo sul Guardian, viene evidenziato come l’introduzione della Var sia stata un fallimento colossale, demolendo l’impalcatura stessa del gioco.
Secondo l’autore, il calcio è diventato troppo tossico ed è ormai incapace di soddisfare le aspettative dei tifosi. Si desiderano decisioni oggettivamente corrette, ma anche rapide, senza ritardi che possono irritare il pubblico pagante. Si pensa che gli arbitri siano pagati troppo e che dovrebbero essere più trasparenti, eppure ogni volta che si pensa a un loro errore, una rabbia incontrollabile si scatena.
Questa rabbia, però, è redditizia per i fornitori di contenuti e gli inserzionisti pre-roll di Internet. La rabbia genera interazioni e attira l’attenzione, portando vantaggi economici a chi sfrutta queste situazioni. Eppure, nonostante ciò, la rabbia non è curabile né trattabile. È semplicemente lo stato predefinito di chi segue il calcio in qualsiasi sua forma.
Il calcio sembra essere intrappolato in una spirale di rabbia e reazioni. I tifosi si lamentano, gli allenatori protestano, e l’introduzione della Var sembra avere amplificato questo circolo vizioso. Ma cosa può essere fatto per risolvere questa situazione?
Forse è necessario guardare al di là delle aspettative impossibili e abbracciare l’idea che il calcio, come ogni sport, è umano e suscettibile a errori. Forse è necessario cercare di apprezzare le emozioni che il calcio può ancora offrire, anche se non sempre perfetto. Forse è il momento di trovate un equilibrio tra il desiderio di perfezione e la consapevolezza che il calcio rimane un gioco, con tutte le sue imperfezioni.
Insomma, la Var ha indubbiamente suscitato rabbia, ma forse è arrivato il momento di imparare ad accettarla come parte integrante del calcio moderno. Solo così si potranno ripristinare la gioia e l’eccitazione che il calcio può offrire, anche in presenza di errori arbitrali.La rabbia nel calcio: un segnale di impegno e sfiducia nell’autorità
La rabbia nel calcio viene spesso associata a reazioni esagerate e offensive. Tuttavia, è importante capire che questo sentimento, se pur mal indirizzato, ha radici legittime. La sua origine risiede nella sfiducia verso l’autorità e nella messa in discussione di chi detiene il potere. È una dimostrazione di un pubblico impegnato e desideroso di avere un controllo maggiore sul processo decisionale.
Molte volte, la rabbia nel calcio si manifesta in modo negativo, come nel caso di una contestazione di un’azione arbitrale. Ma se si è in grado di andare oltre questo limite e iniziare a sognare in grande, si potrebbe realizzare qualcosa di importante. È necessario un po’ di coordinamento e una maggiore consapevolezza per trasformare la rabbia in azione costruttiva.
La VAR e la tossicità nel calcio
Il calcio è diventato un ambiente tossico in cui è difficile credere nella buona fede dei protagonisti. La Video Assistant Referee (VAR) è stata introdotta per ridurre gli errori arbitrali, ma si è rivelata un fallimento colossale. Le controversie e le discussioni sulla VAR sembrano non avere fine e contribuiscono a aumentare la tensione nel mondo del calcio.
Il problema principale è che la VAR non ha risolto il problema delle decisioni arbitrali discutibili. Al contrario, ha aggiunto una nuova fonte di controversia e frustrazione per i tifosi. Inoltre, l’uso della VAR sembra spesso influenzato da interessi di potere e non necessariamente dalla volontà di garantire una maggiore giustizia nel calcio.
Una possibile soluzione?
Per creare un calcio più equo e trasparente, è fondamentale affrontare la tossicità presente nel mondo del calcio. Questo richiede una maggiore trasparenza e un coinvolgimento attivo dei tifosi nel processo decisionale. Gli appassionati di calcio sono il cuore e l’anima dello sport e devono avere voce in capitolo.
Inoltre, è necessario un cambiamento culturale che promuova il rispetto reciproco tra giocatori, tifosi e arbitri. Solo creando un ambiente di fiducia e rispetto reciproco sarà possibile superare la tossicità nel calcio e tornare a concentrarsi sul vero spirito del gioco.
Conclusioni
La rabbia nel calcio può essere un segnale di un pubblico impegnato e desideroso di avere maggior controllo e trasparenza nel processo decisionale. Tuttavia, è importante indirizzare questa rabbia in modo costruttivo e sognare in grande per realizzare cambiamenti significativi nel mondo del calcio. Affrontare la tossicità e creare un ambiente di fiducia e rispetto reciproco è fondamentale per garantire un calcio più equo e trasparente. Solo così potremo tornare a concentrarci sul vero spirito del gioco.