venerdì, Luglio 26, 2024

Petrachi: “Pochi veri ds in giro, la Serie A è piena di debiti”

“Bisogna saper trovare l’equilibrio tra il fatturato e la spesa e, con umiltà mi permetto di dire, la nostra è una Serie A malata. A parte 5-6 club virtuosi, metto ovviamente dentro anche l’Empoli e l’Atalanta, gli altri hanno vagonate di debiti. E un calcio così è tanto difficile da sostenere”. È questa l’idea di Gianluca Petrachi, ex direttore sportivo di Torino e Roma, intervenuto a Radio Serie A con RDS.

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“Il club deve avere il coraggio di imporre una linea guida. È qui che la figura del ds diventa importante: il Frosinone ha Angelozzi che è una figura storica del nostro panorama calcistico dei direttori sportivi, il Lecce Pantaleo Corvino che storicamente rappresenta quel tipo di ruolo. Sono club che si affidano a queste figure che cercano di portare avanti azioni virtuose. Le società devono essere consapevoli, perché se poi ti ritrovi a lottare per la salvezza, e può anche scapparti il piede, se alla fine dovessi retrocedere non ti ritroverai con un monte ingaggi spaventoso”.

Quella del ds, secondo Petrachi, è una figura che nel tempo è cambiata: “Il ds deve avere il controllo sull’area tecnica, gestire le persone e le risorse che ne fanno parte, fare da collante tra il presidente o l’ad, e la squadra e l’allenatore. La realtà è che oggi di direttori sportivi che si assumono questo tipo di responsabilità ce ne sono pochi”.

E sul mercato aggiunge: “Prima ti fidavi ciecamente del lavoro di uno scout, oggi la tecnologia ha semplificato enormemente questo comparto. A me arriva già una lista sottoposta a scrematura, poi sulla base dell’interesse, dell’emozione e dell’empatia del calciatore, vado a guardarmi i vari profili live. Io al Torino ho preso Bremer a cui nessuno credeva. In Brasile non giocava sempre, era ancora ragazzo e non aveva titolarità importante. Lì ti basi sull’intuito: era veloce, umile, con la testa, un fisico di rilievo e tanta personalità. Mi ero detto: deve lavorare un po’ sulla tecnica ma in Italia, con gli allenatori che abbiamo, diventerà un grande calciatore”. 



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