La Serie A si chiude tra sorprese e polemiche, tra promozioni inattese e salvezze soffocate: quando il calcio italiano fa più rumore fuori dal campo che in campo #SerieA #Calcio #DrammiSportivi
Stimolato dall’ultima giornata, il giornalista Paolo Ziliani ha sparato a zero sul panorama calcistico nazionale, scagliandosi contro un sistema che continua a deludere chi ama il gioco e, soprattutto, i tifosi.
Ziliani non è andato per il sottile e ha scritto un post su X che brucia, lasciando poco spazio a fraintendimenti: “Nonostante la 38esima giornata sia l’ultimo atto della Serie A, molti si chiedono se ciò che abbiamo visto possa essere definito calcio serio.” Una stoccata che coglie nel segno chi ha osservato le prestazioni altalenanti, le strategie discutibili e una classifica che pare più un romanzo di fantascienza che un campionato professionistico.
La riflessione si allarga poi ai verdetti sul campo, che sono diventati più prevedibili quanto poco entusiasmanti. La promozione di alcune squadre considerate "Cenerentole" si è trasformata in un vero e proprio shock sportivo, ma non per la qualità, piuttosto per la debolezza delle squadre più blasonate, incapaci di tenere fede ai pronostici.
Il cronista ha poi puntato il dito sulle “passerelle” di alcune compagini nell’ultimo turno, evidenziando come “al posto di competere con dignità si sia spesso assistito a partite più simili a una parata finale, dove più che l’agonismo conta la voglia di portare a casa l’ennesima farsa stagionale”.
Il tutto mentre la corsa per la salvezza ha regalato momenti di autentico dramma, quasi più teatrali che sportivi, con squadre che sembrano giocare più sull’istinto della disperazione che su tattiche e preparazioni.
Ziliani sembra voler scuotere gli animi, spronare a non accettare più passivamente una Serie A che pare, a suo avviso, “un contenitore di illusioni, dove la speranza di vedere duelli veri è sempre più un miraggio”.
Il tempo dirà se queste parole troveranno risposta o si dissolveranno nel solito silenzio degli addetti ai lavori, ma certo è che la parabola di questa stagione lascia più amaro in bocca che soddisfazione.