De Paola critica Vlahovic e difende il Napoli in Europa: “Deve fare i suoi gol, altrimenti che campione è?” #CalcioItaliano #ChampionsLeague #OpinioniSportive
Nel corso di un intervento radiofonico su TMW Radio, il direttore Paolo De Paola ha espresso opinioni dirette sul momento di alcuni protagonisti del calcio italiano, senza mezzi termini. Con un tono che non lascia spazio ai complimenti facili, ha puntato il dito su prestazioni e aspettative, evidenziando come nel mondo del pallone i numeri contino più di tutto.
Parlando della Juventus e del suo attaccante in gol, De Paola ha sottolineato le lacune ancora evidenti: “Ne deve mangiare di minestra prima di ricevere una celebrazione. Quando a fine stagione avrà fatto 20 gol, potremo dire che finalmente ha fatto il suo. E’ anche un dovere morale nei confronti dei 12 mln che guadagna. E’ il minimo sindacale segnare gol per uno come lui. Vedremo a fine anno la continuità e la grinta. Un campione deve essere un continuo negli anni”. Queste parole riflettono una critica schietta, quasi cinica, sul fatto che certi privilegi vadano guadagnati sul campo, senza sconti per lo status.
Passando a un bilancio delle squadre italiane in Champions League, De Paola ha respinto alcune critiche rivolte a una formazione partenopea: “Ho letto molte critiche da Napoli, perché non è stata una squadra matura. Non le condivido certe critiche. Il Napoli è l’unica che ha un gioco europeo e nei primi 20′ si è visto un buon equilibrio. 11 contro 11 non ha sfigurato, anzi. Chapeau, perché senza l’espulsione avremmo visto una bella partita”. Il suo commento difende con ironia il approccio tattico, suggerendo che non tutte le sconfitte meritino facili condanne.
Infine, riguardo a un giovane talento dell’Inter, De Paola ha espresso un avvertimento realistico: “E’ un ragazzo in campo, ma deve trovare il gol. Sennò si finisce come Camarda…Non voglio essere cinico, ma quando ci entusiasmiamo per un giovane che può diventare un campione, dobbiamo aspettare che faccia gol”. Questa osservazione chiude il discorso con un tocco di durezza, ricordando che nel calcio, le promesse valgono poco senza risultati concreti.