Lautaro Martinez non ha peli sulla lingua dopo la debacle dell’Inter al Mondiale per Club #Inter #MondialeClub #Calcio
L’Inter ha detto addio al Mondiale per Club dopo la sconfitta negli Ottavi di Finale contro il Fluminense, e il capitano Lautaro Martinez non ha risparmiato critiche al gruppo. In un’intervista a DAZN, l’attaccante argentino ha espresso tutto il suo disappunto, dimostrando che in campo non c’è spazio per i deboli di cuore.
"Sicuramente fa male, era un ultimo obiettivo con le poche forze che avevamo. Abbiamo lasciato tutto, io per primo: mi dispiace per il gruppo, non volevamo perdere. Qua bisogna voler stare, stiamo lottando per obiettivi: chi non vuole stare, deve andare via. Ho visto tante cose che non mi sono piaciute: come capitano, io voglio lottare per obiettivi e siamo una squadra importante. Abbiamo vinto e voglio continuare così: chi vuole restare, può restare mentre chi non vuole restare, arrivederci".
Sulle note di amarezza post-partita, Lautaro ha ammesso le sue responsabilità senza giri di parole, in un momento in cui la squadra sembra esausta da una stagione infinita. È un discorso crudo, senza fronzoli, che fa capire quanto il calcio sia un gioco per duri.
"Dobbiamo resettare tutti: da soli non si va da nessuna parte. Sono il primo responsabile, essendo capitano. Chiedo scusa ai tifosi, è una sconfitta che fa male. Siamo qui in una stagione troppo lunga".
Guardando al futuro, il capitano ha delineato piani per una ripartenza, con un mix di riposo e determinazione che suona come un avvertimento: o si dà il massimo, o si resta fuori dai giochi. È un messaggio che mette i giocatori di fronte a uno specchio, senza filtri politicamente corretti.
"Noi lotteremo, ora riposeremo un po’. La stagione è stata stancante, ora recuperiamo energie e recuperiamo fisico per poi iniziare la preparazione per riportare l’Inter a lottare per obiettivi importanti".
In sintesi, le parole di Lautaro Martinez evidenziano una squadra in cerca di rinnovata fame, dove chi non ce la fa rischia di essere lasciato indietro nel mondo spietato del calcio di alto livello. Una lezione diretta da un leader che sa come motivare, o forse solo come scuotere i compagni dal torpore post-sconfitta.